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Alluvione, dopo la fase emergenziale ora c’è la necessità di ricostruire per mettere in sicurezza tutto il territorio comunale. Una fase complessa e delicata per la quale servono risorse e la collaborazione di tutti gli enti preposti. L’inverno è alle porte e non possiamo correre il rischio di affrontare la stagione delle piogge con un sistema idraulico-fluviale del tutto precaria. I fiumi rimangono in condizioni pessime, così come anche le strade e le numerose frane che minacciano il Centro storico, le contrade e le zone montane. Dopo che il Consiglio dei Ministri, lo scorso 27 agosto, ha decretato lo stato di emergenza non abbiamo più visto nessuno. È stato nominato il Commissario? I soldi per gli interventi sono stati stanziati? Chi e quando interverrà per ripristinare i torrenti? Purtroppo inizia a palesarsi quello che sospettavamo da tempo, con la concreta possibilità di rimanere soli in questa delicata fase di ripresa. L’Amministrazione comunale, con le sole forze municipali in questi giorni sta facendo il possibile per tamponare le numerose criticità. Ma non siamo in grado di andare oltre e garantire totale sicurezza alla Città. Un’altra ondata di maltempo potrebbe mettere seriamente in ginocchio il Comune.
È il grido d’allarme che oggi, a quasi un mese dalla terribile alluvione che ha colpito Rossano e la bassa Sibaritide, il sindaco Giuseppe Antoniotti lancia alle Istituzioni e agli Enti sovracomunali affinché, ognuno per propria competenza, attui tutte le azioni necessarie al il ripristino del territorio.
Sono seriamente preoccupato – dichiara il Primo cittadino – per lo stato di totale solitudine in cui è piombata la Città una volta chiusa la fase emergenziale. L’impressione è che tutti si stiano lavando le mani dalle loro responsabilità. Qui abbiamo bisogno urgentemente di ricostruire, perché gli interventi tampone che sono stati realizzati in questi giorni non bastano fronteggiare una nuova ondata di maltempo. Gli argini dei fiumi sono stati rattoppati, ma non ricostruiti; molti torrenti, che per fortuna durante il nubifragio non sono esondati, hanno bisogno di manutenzione straordinaria urgente; tantissime frane devono essere messe in sicurezza così come numerose strade che, nel caso di nuove e forti piogge, potrebbero mettere a rischio la popolazione.
Chi farà questi interventi?
Sul torrente Acqua del Fico abbiamo, ancora oggi, una situazione drammatica che non può essere affrontata dal Comune, in quanto non ha competenze né mezzi idonei al ripristino del letto fluviale e dei suoi argini. Nel caso particolare, così come in altri e numerose situazioni di criticità, sarebbe necessario l’intervento tempestivo dell’Autorità di bacino, oppure che la Regione Calabria stanziasse dei fondi per queste opere essenziali. Già nei giorni scorsi – prosegue Antoniotti – ho avuto modo di scrivere e sollecitare queste situazioni a tutti gli Enti sovracomunali e alla Prefettura, ma ancora non si è mosso nulla. Finora gli unici interventi effettuati hanno riguardato principalmente l’eliminazione del fango e dei detriti, con l’esecuzione di lavori in somma urgenza, per la messa in sicurezza immediata del Citrea, Acqua del Fico e Fellino.
Il Com ha cessato la sua attività lo scoro 17 agosto e da allora non è stato ancora messo in opera alcun intervento sui corsi dì acqua principali né quelli minori. Che rimangono situazioni di grave dissesto e di pericolo per l’incolumità pubblica. Lo stesso ripristino dei fossi di scolo privati, avviato in forma coatta dall’Esecutivo, non è assolutamente risolutivo dei problemi. Gran parte dei canaloni, infatti, restano ostruiti da ingenti quantità di detriti. Così come gli interventi effettuati nei torrenti, hanno riguardato essenzialmente lo svuotamento dell’alveo. La Regione o chi di competenza ha programmato la ricostruzioni definitiva degli argini crollati e l’eliminazione del rischio residuo? Tant’è – afferma, preoccupato, il Sindaco - che la situazione generale dei corsi d’acqua rimane ancora molto preoccupante. Ecco perché è essenziale che si riservi maggiore attenzione al territorio, con interventi che mirino a dare una certa tranquillità alla cittadinanza. Il verificarsi di un nuovo stato di emergenza – conclude Antoniotti –, possibile anche con precipitazioni meno importanti rispetto a quelle registratesi lo scorso 12 agosto, potrebbe sortire effetti disastrosi sulla popolazione. Si faccia presto perché la natura, come abbiamo avuto modo di constatare, non fa sconti.