I tecnici visiteranno fino a venerdì le aree del Crotonese maggiormente colpite dal maltempo di fine novembre. Tra le tappe odierne, Isola di Capo Rizzuto e Crotone
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Sono iniziati questa mattina i sopralluoghi dei tecnici del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, coadiuvati dai funzionari regionali, sui luoghi danneggiati dall’alluvione, che il 21 novembre scorso si è abbattuta sulla provincia di Crotone. In mattinata, la delegazione è giunta Isola di Capo Rizzuto, tra i comuni del Crotonese maggiormente colpiti dall’ondata di maltempo. I tecnici hanno acquisito la relativa documentazione in Comune e hanno visitato le aree in cui sono necessari gli interventi di ripristino.
Fitto calendario
Nell’immediatezza dei fatti, l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Maria Grazia Vittimberga, aveva quantificato in 2,5 milioni di euro i danni subiti. A destare preoccupazione anche la voragine che si è aperta in piazza Aldo Moro, nelle adiacenze del palazzo comunale, sulla quale l’ente ha già avviato una prima attività di messa in sicurezza. Nel primo pomeriggio, i tecnici della Protezione Civile sono arrivati anche a Crotone, poi i sopralluoghi, negli altri comuni della provincia, andranno avanti fino a venerdì e si estenderanno anche nel Cosentino.
«Il calendario – spiega il dirigente generale della Protezione civile della Regione, Fortunato Varone – per questa prima giornata, prevede una serie di sopralluoghi a Crotone e a Isola Capo Rizzuto. Per domani, si procederà invece a monitorare Rocca di Neto e Strongoli, al mattino, e San Nicola dell'Alto e Carfizzi, nel pomeriggio. Infine, il terzo giorno sono previsti i sopralluoghi a Melissa, Cirò Superiore, Cirò Marina e Corigliano-Rossano».
Si attende la dichiarazione di stato d’emergenza
L’esecutivo regionale, ricordano dalla Cittadella, aveva stanziato 6 milioni di euro, da affidare alla Protezione civile regionale, per l’avvio degli interventi più urgenti. Interventi che la Prociv ha già attivato, individuando quali soggetti attuatori i dipartimenti regionali ai Lavori pubblici e all’Ambiente: 1,4 milioni per la difesa costiera di Capo Colonna e la restante quota per gli interventi di sistemazione idraulica delle fiumare colpite dalle forti piogge.
A due mesi dagli eventi alluvionali, il governo non ha ancora dichiarato lo stato d’emergenza, provvedimento fondamentale per lo stanziamento dei fondi necessari per interventi e aiuti ad aziende e attività commerciali. Un appello a velocizzare le procedure, nei giorni scorsi, era stato lanciato sia dal direttore di Confcommercio Calabria Centrale, Giovanni Ferrarelli, che dal presidente di Confindustria Crotone, Mario Spanò. «Al termine di questi tre giorni di attività – conclude Varone – il Dipartimento nazionale stilerà una relazione da proporre al Governo per la dichiarazione di stato di calamità naturale».
«Non dovranno aspettare anni»
«Le promesse si mantengono e gli impegni si portano a termine. La Giunta e io, in quei bruttissimi giorni – spiega il presidente Spirlì –, eravamo andati nei luoghi colpiti dalle alluvioni e, dopo aver incontrato i sindaci del Crotonese, del Cirotano e dell’alto Jonio cosentino, avevamo preso impegni precisi, nel segno dell’aiuto e dell’attenzione. Questa prima parte dello stanziamento servirà a mettere in sicurezza il sito archeologico di Capo Colonna – che mi sta particolarmente a cuore in quanto titolare della delega ai Beni culturali – e gli alvei dei fiumi e dei corsi d’acqua, i quali potrebbero diventare nemici della popolazione se non fossero subito trattati e ripuliti».
«È molto importante – continua Spirlì – il ruolo della Protezione civile e il lavoro dei suoi uomini, svolto con tenacia, coraggio e grande solerzia. I luoghi dell’alluvione non dovranno patire più di quanto non abbiano già fatto, non dovranno aspettare anni, come successo con le altre amministrazioni regionali, prima di essere risarciti e tutelati». «Mi auguro – conclude il presidente – che gli interventi previsti avvengano nel minor tempo possibile e che tutte quelle zone, in cui trovano ospitalità importanti aziende del settore agricolo e della produzione di oli, vino e frutta, vengano messe in sicurezza una volta per tutte».