Mancano medici, infermieri e ausiliari. Il pronto soccorso del “Nicola Giannettasio” si conferma punto nevralgico ma anche vulnerabile alle criticità quotidiane tra pazienti Covid e non Covid. Si lavora nella precarietà, in ambienti promiscui, spesso senza barelle né tamponi rapidi e con il via-vai di degenti colpiti dal virus.

Come è accaduto durante la giornata di ieri, nella quale il personale sanitario è stato sottoposto a un carico di lavoro estenuante causato non solo da un numero considerevole di pazienti Covid, e pazienti in codice rosso, arancione e verde, ma anche dalla mancanza del personale ausiliario, oltre alla cronica carenza di personale medico e paramedico. Ieri, ad esempio, il pronto soccorso di Rossano non è riuscito a garantire le cure a un paziente giunto in codice rosso, poi trasferito altrove mediante l’arrivo dell’elisoccorso. L’invasione dei pazienti Covid paralizza le attività. E tra i pazienti anche un bambino di appena un mese in attesa di essere visitato.

Questo è l’attuale contesto in cui si opera. In queste ore è programmato un incontro tra i vertici dell’Asp di Cosenza al fine di stanare, su scala provinciale, i tanti medici vincitori di concorso da destinare ai pronto soccorso ma che svolgono l’attività in altri reparti. La situazione, al momento, si conferma difficile per gli operatori sanitari chiamati a gestire una fase complessa che si distingue per l’elevato numero di accessi.