Un pacco sospetto in un'aiuola posta a poche decine di metri dalla sede della Procura di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, ha fatto scattare nella tarda serata di ieri un allarme bomba, rivelatosi poi falso

Ad accorgersi del pacco sono stati i militari dell'Esercito impegnati nell'operazione Strade sicure e di vigilanza al Palazzo di giustizia. I militari hanno avvertito la polizia, intervenuta con alcune volanti e gli artificieri della Questura.

Per precauzione il pacco è stato prelevato da un robot e fatto brillare ma al suo interno, secondo quanto si è appreso, non è stato trovato niente di preoccupante. Secondo gli investigatori è presumibile che qualcuno abbia lasciato il pacco, contenuto in una busta di plastica, per una dimenticanza. Non vi sarebbe niente, infatti, secondo quanto si è appreso, che lasci pensare ad un gesto dimostrativo o ad una intimidazione.

Il procuratore Gratteri vive sotto scorta da 36 anni, da quando ha deciso di combattere a viso aperto contro la 'ndrangheta. Numerosi i progetti di attentato scoperti negli anni. L'ultimo è venuto alla luce due mesi fa quando i servizi segreti di oltre Oceano ha avvertito le autorità italiane di avere intercettato una comunicazione in tal senso. Dopo la segnalazione, la scorta di Gratteri - già ai massimi livelli - è stata ulteriormente rafforzata con l'aggiunta di tre autovetture blindate una delle quali fornita di un dispositivo che inibisce, al suo passaggio, le frequenze gsm e le altre utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari. Proprio per questo, una volta trovato il pacco, le autorità hanno deciso di farlo brillare.