La buona cucina non conosce ostacoli, neanche in quarantena. Dal Vibonese arrivano le proposte dello chef del Me Restaurant di Pizzo Calabro Giuseppe Romano: si parte con l’antichissima lestopitta
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Con l’emergenza sanitaria in atto, stare a casa non è più una scelta: è diventato un imperativo, per la nostra e l’altrui salute. Ad imporcelo, oltre al buon senso ed all’educazione civile, anche un decreto ministeriale. Che sanziona penalmente chi infrange questa regola. I più saggi, e per fortuna sono la maggioranza, approfittano per riscoprire le buone pratiche domestiche: la riorganizzazione degli spazi, la lettura, il giardinaggio. Ma è la cucina la vera regina di queste giornate dal ritmo lentissimo.
La quarantena social
I social moltiplicano foto e video di piatti tradizionali, golosi, consolatori e rassicuranti. Molti Vip, si prestano di buon grado a proporre le loro ricette preferite. E gli chef omaggiano i loro estimatori postando i loro segreti su tutti i canali: da twitter a facebook, da instagram alle testate web.
E in Calabria?
In Calabria, nel vibonese lo chef Giuseppe Romano, (titolare insieme alla moglie Eleonora Marcello del Me Restaurant, Pizzo Calabro), approfitta della quarantena per proporre i suoi cavalli di battaglia, riveduti, corretti e semplificati, in modo da poter esser riproposti anche da casa, da tutti gli appassionati del prodotto tipico calabrese. Anche oggi, adottando le precauzioni necessarie, è possibile reperire tutte le materie prime utili ad una comoda sopravvivenza. E quindi, ecco una serie di ricette che nei prossimi giorni ci aiuteranno a rendere la permanenza domestica meno pesante.
Allacciate i grembiuli
«Questo periodo della nostra vita ci trova tutti chiusi in casa per sconfiggere l’epidemia da Covid-19: ma voglio proporre una mia ricetta al giorno, con l’obiettivo di tenervi impegnati durante le vostre giornate casalinghe, e di suggerirvi nuove preparazioni, nuovi piatti. Quindi allacciate i grembiuli che #andràtuttobene», annuncia lo chef, membro dell’associazione “Ambasciatori del Gusto”, che prosegue-: si inizia con un piatto che si ispira all’antico, e ci fa riscoprire delle preparazioni che affondano le loro radici nella grecità: la lestopitta. Questo particolare tipo di pane deriva il suo nome dal greco Λεπτ?ς (leptòs), sottile e π?τα (pita), pane: quindi, pane sottile (e non, come erroneamente riportato a volte “pane veloce”).
Lestopitta spada, gamberi, ricotta e ndujia
«In effetti – prosegue Romano - la sua preparazione è piuttosto semplice, ma non così veloce. È una sorta di focaccia, semplice, a base di acqua, farina, olio e sale, che viene fritta e servita calda, quando è ancora croccante, o arrotolata e farcita, una volta fredda e ammorbidita. È stata in qualche modo assimilata alla piadina, sebbene il procedimento di cottura sia diverso. La lestopitta ha certamente una derivazione greca e non soltanto nel nome. È tipica di Bova Superiore, caratteristico paese in provincia di Reggio Calabria, situato sul versante orientale dell’Aspromonte. È ottima per accompagnare salumi e non solo – conclude lo chef: infatti io la utilizzo in questa versione con il pesce».
La preparazione
Gli Ingredienti della lestopitta sono: 200 g di semola di grano duro, 100 ml di acqua tiepida, un cucchiaio di olio di oliva, un cucchiaino di sale, olio d’oliva abbondante per la frittura. Questa, la preparazione: impastare a lungo e con forza gli ingredienti, fino ad ottenere una palla liscia e compatta. Coprirla con un tovagliolo e lasciarla riposare almeno un’ora. Dividere l’impasto in quattro pezzi, schiacciarli leggermente con le mani, poi ripiegare verso il centro i lembi esterni e arrotondarli, formando quattro palline. Questo procedimento serve ad incamerare aria all’interno di ogni impasto. Coprire e lasciare nuovamente riposare almeno un’ora. Scaldate abbondante olio in una padella e intanto stendete sottilmente le palline di impasto con il matterello. Immergete nell’olio le sfoglie ottenute. Se l’impasto è stato ben eseguito, le vedrete gonfiare e in questa fase cerchiamo di dargli la forma del tacos che poi andremo a farcire con gli ingredienti.
La farcitura
Per la farcitura: 150 gr di ricotta, 50 gr di nduja di Spilinga, 200 gr. di pesce spada, 8 gamberi rossi di Capo Vaticano, 4 asparagi freschi, 1 cipolla cotta in acqua acidula, 80 gr di songino, 4 pomodorini tagliati a concassè, olio extra vergine q.b. Preparazione: lavorare la ricotta con la nduja, scottare in padella con un po’ di olio il pesce spada ed i gamberi, condire con il sale e comporre il piatto come da foto.