Da questa mattina è in corso un’operazione di ricerca per trovare il corpo di Sara Pedri. Sul lago di Santa Giustina, situato al centro della Val di Non in Trentino, oltre 40 operatori specializzati stanno cercando la 31enne scomparsa nel nulla il 4 marzo 2021 a Cles.

La ginecologa dopo essersi laureata a Ferrara, cinque anni fa era arrivata a Catanzaro per completare il suo percorso all’università Magna Graecia conseguendo la laurea specialistica il 9 novembre 2020. Proprio i suoi studi nel capoluogo di regione calabrese sarebbero stati la causa di pesanti episodi di mobbing nel reparto dell’ospedale in cui aveva da poco iniziato a lavorare, il Santa Chiara di Trento. La sua auto era stata ritrovata lo scorso anno nei pressi di un ponte vicino al lago. Le umiliazioni subite avrebbero portato la ragazza a togliersi la vita.

Indagini e processo

Ad agosto 2021 i carabinieri del Nas avevano ipotizzano il reato di maltrattamenti e avevano chiesto, con una informativa alla Procura di Trento, di iscrivere nel registro degli indagati l'ex primario e la vice. I due professionisti sono stati assegnati ad altro incarico lo scorso 12 luglio dopo la decisione della Commissione interna istituita dall'Azienda sanitaria di Trento.

Sarebbero inoltre 14 le persone, tra medici e infermieri, compresa Sara Pedri, che avrebbero subito demansionamenti e maltrattamenti sul lavoro. La commissione interna all'Azienda sanitaria aveva effettuato 110 audizioni riscontrando «fatti oggettivi e una situazione critica nel reparto» l'ex primario, attraverso i suoi legali, ha invece parlato di menzogne ed illazioni e di una campagna diffamatoria nei suoi confronti.

L’11 aprile scorso c’è stata una udienza al Palazzo di giustizia di Trento per raccogliere la testimonianza di un'infermiera e una dottoressa nell'ambito del procedimento sui presunti maltrattamenti.