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Condanne e assoluzioni per le famiglie Nasone e Gaietti, egemoni a Scilla. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Reggio Calabria che, nel procedimento ‘Alba di Scilla’, ha condannato a 16 anni di reclusione Francesco Nasone, a 11 Carmelo Calabrese, a 10 anni e 4 mesi Arturo Burzomato, a 9 anni e 6 mesi Pietro Puntorieri, a 8 anni ciascuno Virgilio Giuseppe Nasone e Giuseppe Fulco e a 5 anni e 4 mesi ciascuno Francesco Alampi, Giuseppe Piccolo e Francesco Spanò. Assolti invece Maria Benedetto, Annunziatina Fulco, Matteo Gaietti, Antonino Nasone, Domenico Nasone (classe 1969), Domenico Nasone (classe 1983), Gioia Virgilia Grazia Nasone, Rocco Nasone.
Il 9 ottobre del 2013 il gup distrettuale dichiarò tutti gli imputati colpevoli. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria, hanno consentito di confermare "l'esistenza a Scilla di un'associazione mafiosa denominata cosca Nasone-Gaietti costituita ed organizzata al fine di assumere il controllo sul territorio del comune di Scilla delle attività economiche, degli appalti pubblici e privati a mezzo estorsioni, intimidazioni sugli imprenditori, avvalendosi per dette finalità della forza e dell'intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento che ne deriva". Le investigazioni furono avviate nel giugno del 2011 a seguito dell'arresto per estorsione di Giuseppe Fulco. Ora però arrivano diverse assoluzioni tra cui, quella di Matteo Gaietti, per cui il sostituto procuratore generale, Danilo Riva, aveva invocato oltre 12 anni di reclusione.