Il 6 marzo fissato l'avvio delle operazioni. Una parte dei migranti sarà accolta in Cas o Sprar, un'altra nelle nuove tende
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É fissato per mercoledì mattina, 6 marzo l'avvio delle operazioni di sgombero e smantellamento della baraccopoli per migranti di San Ferdinando dove negli ultimi anni ci sono stati tre incendi che hanno provocato altrettanti morti. In vista dello smantellamento della vecchia struttura, la Protezione civile sta montando al'interno del nuovo sito 36 nuove tende di otto posti ciascuna che serviranno ad accogliere parte dei migranti che vivono attualmente nel vecchio agglomerato (soprattutto per quanti in possesso di permesso umanitario). Per i migranti che non riusciranno a trovare posto nella nuova tendopoli é previsto il trasferimento in Cas o Sprar della regione. Per espletare al meglio le attività, la zona industriale dove sorgono le due tendopoli sarà interdetta al traffico fin dalle 5 del mattino.
Gli aspetti tecnici dell'operazione di sgombero sono stati definiti nel corso di una riunione tecnica nella Questura di Reggio Calabria presieduta dal questore Raffaele Grassi. Alle operazioni, insieme a polizia, carabinieri e guardia di finanza, parteciperanno unità del Genio dell'Esercito, dei vigili del fuoco, dell'Azienda sanitaria di Reggio Calabria e della Protezione civile. Secondo quanto si apprende, si adotteranno misure di massima sicurezza.
Sugli ultimi sviluppi a San Ferdinando sono intervenuti anche i sindacati: «Apprezziamo sicuramente – ha dichiarato Rocco Borgese, segretario della Flai Cgil di Gioia Tauro - come Flai tale tipo di apertura, ma siamo convinti che nuovi attendamenti se concepiti in via definitiva non daranno dignità alle persone. Ciò potrà mettere in sicurezza i ragazzi nell’immediato, ma non può rappresentare la soluzione del problema. Risolvere il problema significa smantellare la baraccopoli, lotta che come Flai abbiamo sempre sostenuto, ma asseriamo che serve dell’altro per poter guardare al futuro con serenità». A giudizio dell’esponente Flai Cgil «servono alloggi veri in maniera tale che l’essere umano possa reputarsi tale. La risoluzione del problema – aggiunge - è partire soprattutto con stipule di contratti giusti di lavoro, in cui ci siano maggiori controlli ispettivi nelle aziende da parte degli organi competenti, poiché ponendo fine ad ogni forma di sfruttamento la questione abitativa potrà essere risolta». «Tutti – conclude - potrebbero integrarsi, tutti potrebbero avere diritti all’inserimento nelle liste anagrafiche, diritto alla sanità, diritto allo studio, diritto di vivere liberamente, così come i nostri principi costituzionali affermano».
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