Ci sono una manciata di centimetri di distanza tra la felicità di un bambino e la malinconia della solitudine, tra la normalità di una gita scolastica e un’intollerabile esclusione. Sono i centimetri che separano la speciale sedia a rotelle di Carol, una bimba di 11 anni di Zungri, dal “suo” posto sull’autobus che porterà i compagni di classe in gita a Serra San Bruno il 31 maggio prossimo.

Carol, affetta dalla nascita da atrofia cerebrale, vorrebbe andarci ma non può. Perché il mezzo scelto dalla scuola elementare di Zungri - plesso distaccato dell’Istituto comprensivo di Cessaniti – non è attrezzato con la pedana che consente l’accesso a chi è in carrozzella. Eppure la condizione di Carol, che oggi frequenta la 4°, non è certo una novità. Quando era più piccola e leggera, era la mamma a portarla in gita insieme a tutti gli altri bambini, facendola viaggiare in braccio a lei. Ora non è più possibile, anche per motivi di sicurezza oltre che di comodità.

Carol non può restare seduta su un normale sedile del bus perché ha bisogno di essere sostenuta dalla sua sedia speciale che le consente una postura corretta. Quindi serve un pullman attrezzato. Invece, nonostante la madre avesse fatto presente questa esigenza da tempo, il mezzo scelto non ha la pedana sollevatrice, né l’area dedicata alla carrozzella. Disarmante la risposta che ha ottenuto quando ha protestato: «Se proprio vuol venire, deve portarla in braccio - le è stato detto -. Altrimenti per quest’anno non è possibile, sarà per la prossima volta». Parole che l’hanno convinta a rendere pubblica la vicenda rivolgendosi al nostro giornale.

«Non sono disposta ad accettare questa ingiustizia - dice la madre della bambina, che in queste ore ha continuato a contattare la scuola -. Non permetterò che mia figlia non partecipi alla gita. Non voglio creare problemi all’Istituto e alle maestre che stanno organizzando il viaggio, ma non è ammissibile che nel 2022 un alunno venga emarginato per la sua disabilità. Carol ha tutto il diritto di andare in gita con i compagni. Lei a scuola sta bene, è serena e si diverte. Perché dovrebbe restare a casa?».

Già, perché? Difficile trovare una motivazione plausibile. Qualunque scusa appare claudicante dinnanzi all’esclusione della bimba, tanto più che la sua partecipazione alla gita esprime anche un valore educativo per gli altri bambini che va al di là del diritto di Carol di esserci.