Per il 24enne affetto da una malattia genetica incurabile si prospettano solo anni di dolore crescente. I suoi genitori hanno chiesto l’intervento dell’associazione Coscioni per il suicidio assistito
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La speranza non abita tra le mura di questa storia. C’è una famiglia, piegata dal dolore, e un ragazzo, di appena 24 anni, che non lotta per la vita ma per la morte. I suoi genitori sanno che non c’è più spazio neanche per la fede e le preghiere, gli stanno accanto e sopportano una sofferenza che va oltre i limiti dell’umana pazienza. Il giovane R. è nato a Cosenza da genitori calabresi. Suo padre ha trascorso una vita da metalmeccanico, e sua madre è volontaria della Protezione civile che ha partecipato a tante operazione di soccorso. Con il bimbo di appena un anno si sono trasferiti al Nord, in Emilia Romagna e lì hanno piantato radici. Quando sono cominciati i sintomi, tutto faceva pensare che il loro ragazzo fosse affetto da epilessia. Invece erano solo i prodromi di un’altra malattia molto più grave, accompagnata da una precisazione agghiacciante: incurabile.
Il morbo di Lafora
Il morbo di Lafora rientra nel novero dei mali genetici degenerativi. La mutazione in due geni corre sotterranea fino alle prime manifestazioni tra l’infanzia e l’adolescenza. È una malattia rara, spietata e lenta. Molto lenta.
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