I 4 colpi di pistola con cui è stato ucciso ieri sera in strada il pregiudicato 46enne è l’ultimo atto di una serie di episodi che hanno fatto piombare la località tirrenica in un clima di grande tensione
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Nella città di Cetraro, da circa un anno, si è registrata una vera e propria escalation di reati, segno inequivocabile del fatto che il crimine organizzato ha deciso di imporre in modo ancora più cruento la "sua legge" sul territorio cittadino. L'omicidio di Alessandro Cataldo, ucciso ieri sera a Cetraro con quattro colpi di pistola, è l'ultimo atto di un clima di estrema tensione che si respira nella località turistica situata lungo la costa trrenica cosentina. Proprio Alessandro Cataldo, vittima del recente agguato, in passato era stato oggetto di un atto intimidatorio che aveva allarmato sia la popolazione che le istituzioni locali.
Come si ricorderà in piena pandemia da Covid-19, ignoti devastarono il 9 giugno 2020 il forno di una pizzeria che avrebbe dovuto aprire nei giorni a seguire. I malviventi infatti entrarono nel locale in cui doveva sorgere l'attività di ristorazione mandando in frantumi l'opera muraria.
Oggi si scopre che lo stabile era riconducibile al 46enne Alessandro Cataldo. Quella sera l'uomo di Cetraro commentò il fatto con un post su Facebook. «Complimenti a chi è stato» scrisse il pregiudicato, all'epoca sottoposto a misura cautelare per il processo "Overloading", l'indagine antimafia della Dda di Catanzaro contro un'associazione dedita al narcotraffico nel Tirreno cosentino. «Queste cose che avete fatto neanche i bambini li fanno» aggiunse Alessandro Cataldo. «Venite da me, sono a casa che non posso uscire, per me non siete niente, ricordatevi» concluse Cataldo. A distanza di oltre tre anni, la tragica fine sulla quale indaga, per ora, la procura di Paola. Ma qualora emergessero elementi diversi, ovvero che il delitto sia maturato in un contesto di stampo 'ndranghetistico, il fascicolo verrebbe trasmesso alla Dda di Catanzaro.