VIDEO | I pazienti riferiscono di non ottenere abbastanza informazioni e di attendere a lungo per essere visitati. D'altra parte i sanitari sono sottoposti a turni massacranti con una pesante mole di lavoro
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Una nuova aggressione, questa volta fortunatamente solo verbale, ai danni di un medico del pronto soccorso ha riacceso nei giorni scorsi i riflettori sulla sicurezza all'interno dell'ospedale di Catanzaro. E' in particolare il reparto di prima emergenza a sembrare l'anello più fragile di un sistema, quello sanitario, che certamente necessita di contromisure.
Laddove vi è un utente che soffre, vi è anche un operatore in molti casi sovraccarico di lavoro e sottoposto a turni stressanti. Un mix che spesso può risultare fatale. Da qui la necesità, sollecitata da più parti, di introdurre una serie di accorgimenti per limitare l'innesco di tensioni che possono facilmente degenerare in aggressioni. Abbiamo messo a confronto un'infermiera del pronto soccorso, Manuela Costanzo, e la coordinatrice dell'associazione Cittadinanzattiva, Emilia Celia, portavoce delle istanze dei pazienti.
Luana Costa
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