Il vicesindaco di Vibo Valentia Pasquale Scalamogna parla il giorno dopo l'aggressione subita da Giuseppe Francolino, già collaboratore di giustizia e proprietario del chiosco azzurro a Vibo Marina, il manufatto abusivo del quale era in corso l’abbattimento. «Tutto sommato sto bene, anche se un po’ demoralizzato», riferisce. 

Racconta di essere stato colpito alle spalle: «Stavo parlando con i funzionari dell’Enel quando mi è arrivato uno schiaffo così violento che mi ha stordito». L’aggressore è stato immediatamente fermato dalle forze dell’ordine e portato in Questura.

«Queste cose non dovrebbero succedere – commenta ancora scosso -. Io non ero lì come Pasquale Scalamogna, ero lì in rappresentanza delle istituzioni. E invece sono stato considerato l’artefice del suo male», dice riferendosi a Giuseppe Francolino. «Ha riversato su di me tutto il suo rancore. Lo capisco dal punto di vista umano, ma non sono il capro espiatorio».

 In merito all’iter che ha portato all’ordinanza di demolizione Scalamogna spiega: «Siamo arrivati a questo punto dopo un percorso di legalità. Da parte nostra non c’è stata arroganza, abbiamo agito nel rispetto delle regole. La legalità – sottolinea – è uno dei punti cardini dell’amministrazione Limardo».

Nonostante la prognosi di 10 giorni, il vicesindaco nonché assessore all’urbanistica è tornato al Comune, tra strette di mano e messaggi di incoraggiamento. Un gesto che ha registrato unanime condanna da più parti. Tra i tanti messaggi di vicinanza e solidarietà anche quello del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. «Sono stato travolto da un’ondata di messaggi di solidarietà e affetto. Alcuni particolarmente toccanti. Dimostrazioni di stima che non possono non far piacere», conclude commosso.