Tutti sapevano ma nessuno è intervenuto. Potrebbe così riassumersi il triste epilogo di Sacal, società che gestisce i tre scali aeroportuali calabresi capitolata in mano ad un socio di maggioranza privato. È infatti Lamezia Sviluppo, di proprietà dell'imprenditore lametino Renato Caruso, a detenere attualmente la maggioranza delle quote, dopo che gli enti pubblici hanno deciso di non ricapitalizzare la partecipazione all'interno della società.

Abramo su Sacal, nessun dietrofront

A chiarire la posizione per conto del Comune e della Provincia di Catanzaro sulla mancata ricapitalizzazione di Sacal è Sergio Abramo che, contattato da LaC News 24, ha, infatti, inteso puntualizzare che «per legge gli enti locali sono obbligati a dismettere quelle quote, all'interno delle partecipazioni societarie, che non dimostrino di comportare una diretta convenienza per le casse comunali». Insomma, il rischio paventato è quello di incorrere nella scure della Corte dei Conti: «Ogni anno – ha aggiunto ancora il primo cittadino - il dirigente mi sottopone una delibera con cui si avanza richiesta di dismissione delle quote da noi detenute nelle società partecipate. Ogni anno, tuttavia, manteniamo la partecipazione in Sacal poiché la riteniamo strategica assumendoci però le responsabilità che da ciò derivano».

Partecipazione strategica

Il Comune e la Provincia di Catanzaro, hanno, infatti mantenuto la partecipazione ma senza procedere alla relativa ricapitalizzazione perdendo così quote. Il Comune è passato dal detenere il 5,5% al 3,24% mentre la Provincia dall'10% al 6%. La stessa strada è stata percorsa anche dal Comune di Lamezia Terme che ha ridimensionato la propria partecipazione societaria passata dal 19% all'11%. La ricapitalizzazione è avvenuta solo per una parte delle quote che avrebbe potuto acquisire. La commissione prefettizia ha deliberato, infatti, un finanziamento di 150mila euro utile ad incamerare appena 291 azioni. Tutto il pacchetto inoptato è stato infine acquisito dal socio privato, Lamezia Sviluppo, che oggi detiene il controllo con il 51% delle quote

Sacal, la riunione in Regione dove c'erano tutti

Sergio Abramo precisa ancora di aver messo in guardia contro il rischio di privatizzazione: «Ho chiesto personalmente la convocazione di una riunione per affrontare il nodo Sacal, tenuta in Cittadella alla presenza dell'ex presidente ff della Regione, Nino Spirlì. In quella occasione ho nuovamente illustrato le condizioni amministrative ed economiche in cui versano gli enti locali e le cause che ostacolano la ricapitalizzazione della società». A quella riunione erano presenti tra gli altri anche il presidente di Unindustria Calabria, la commissione prefettizia che ha retto il Comune di Lamezia Terme, i capigruppo di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale, compreso l'attuale assessore ed ex consigliere regionale Filippo Pietropaolo.

Le promesse della Regione su Sacal

Già nel corso di quel faccia a faccia, secondo quanto ricostruito da Lac News 24, si era fatta strada l'ipotesi di un intervento diretto della Regione Calabria. Unico ente, assieme alle Camere di Commercio di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza a ricapitalizzare la propria partecipazione. In quella circostanza vi sarebbe stato un impegno – dell’allora reggente - ad acquisire le quote inoptate dai due Comuni e dalla Provincia di Catanzaro sfruttando risorse per un valore di circa 5 milioni di euro: dapprima attraverso Fincalabra e successivamente si sarebbe valutata anche l'ipotesi della destinazione di fondi europei. La Regione ha, quindi, adottato una delibera per l’aumento del capitale, stanziando 925mila euro, senza tuttavia procedere all’acquisto delle quote inoptate.

Tutti sapevano

Da qui la scalata dell’imprenditore lametino. «L'assemblea dei soci era perfettamente conscia dei rischi che si correvano - ha aggiunto ancora il primo cittadino -. Ho in tal senso positivamente accolto le parole del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che ieri ha dichiarato di voler far luce sulla vicenda».