E’ deceduto nella sua casa di Rende il procuratore di Vibo Valentia, Bruno Giordano, 66 anni, alla guida della Procura della Repubblica vibonese dal marzo dello scorso anno. Ha lottato con tutte le sue forze sino alla fine contro un male incurabile sin quando in serata il suo cuore ha cessato di battere. Era approdato a Vibo dopo essere stato per otto anni procuratore della Repubblica di Paola, dove ha coordinato importanti inchieste contro la criminalità e sui reati ambientali. È stato quindi sostituto procuratore a Reggio Calabria dove, tra le altre inchieste, ha seguito da vicino le indagini sugli omicidi dell'ex presidente delle Ferrovie dello Stato, Lodovico Ligato, e del sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Antonino Scopelliti.

 

Successivamente è stato procuratore della Repubblica aggiunto di Palmi. A Vibo Valentia, Bruno Giordano era subentrato a Mario Spagnuolo, attuale procuratore della Repubblica di Cosenza. A Vibo Valentia aveva iniziato sin da subito a coordinare una Procura composta da giovani e motivati pubblici ministeri che hanno sempre visto in lui una guida forte ed autorevole, ma al tempo stesso comprensiva e sempre pronta all’ascolto. Sin quando le forze gli hanno permesso di lavorare, non si è risparmiato nel spulciare carte e macinare una gran mole di lavoro. Un signore vecchio stampo, Bruno Giordano, che lascia un vuoto incolmabile nell’intera magistratura calabrese ed in quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo. “Non ho missioni da compiere – aveva detto all’atto dell’insediamento – perché il mio unico obiettivo è il lavoro”. Un lavoro che spetta ora ai colleghi continuare a portare avanti per un solo fine: quella della giustizia con la G maiuscola.