L'iniziativa dell'associazione "Slow food - Pollino Sibaritide Arberia Versante Ionico Cosentino" è lodevole, la frase con cui viene annunciata decisamente no, tanto che nel giro di qualche ora ad Acri, entroterra del Cosentino, il manifesto fa sì il giro del comprensorio, ma per la per la frase incriminata, destinata a fare scalpore: “I cervelli non sono quelli che fuggono, ma quelli che restano, ritornano ed innovano”. L'evento si riferisce al primo forum regionale "Slow food" che chiamerà a raccolta i giovani produttori ad Acri, il prossimo 9 dicembre, al fine di riavvicinarli alla terra.

Migliaia di giovani costretti ad andarsene

Il riferimento dello slogan è certamente alla recente notizia secondo cui centinaia di migliaia di giovani calabresi, quasi 200mila dicono le stime ufficiali, negli ultimi 15 anni avrebbero lasciato la Calabria per tentare la fortuna in altre regioni d'Italia o all'estero. La frase è stata ritenuta dal popolo del web per certi versi offensiva e denigratoria nei confronti di chi è costretto lasciare la propria terra e i propri affetti pur di costruire un futuro dignitoso. Per molti giovani andare via non è certo una scelta facile, ma in certi casi, per chi vive in questa terra martoriata da anni di malapolitica e 'ndrangheta, rappresenta l'unica soluzione.

«Demitizzare l’epica dei cosiddetti cervelli in fuga»

Eppure per Lenin Montesanto, fiduciario della Condotta "Slow Food", sembra non essere d'accordo. «4 mila laureati all’anno - è scritto sulla pagina facebook - lasciano la Calabria in cerca di una gratificazione che però molto spesso non arriva presto o non arriva proprio e diventa una illusione permanente che di fatto nasconde un continuo e silenzioso trasferimento di risorse a fondo perduto dalla terra d’origine, da genitori e dai nonni a figli emigrati altrove: mantenuti in vita dalla stessa terra da cui sono scappati».

Sono parole pesanti, che però secondo Montesanto avrebbero una giustificazione. Secondo il giornalista ed esperto di comunicazione, la fuga dei giovani calabresi in cerca di speranza provocherebbe un «grave spreco di capitale umano giovanile qualificato. Perdita di risorse economiche impiegate per la formazione dei giovani che poi emigrano lasciando la propria terra di origine. Declino demografico e spopolamento dei territori. Perdita di competitività e trasferimento di forza lavoro a tutti vantaggio principalmente delle regioni del Nord».

L'evento patrocinato dal Comune

Ad ogni modo, l'evento ha ottenuto il patrocinio del Comune di Acri come si può notare non solo dal post di facebook, ma anche dalla locandina a corredo.

Da come si evince dalla data di pubblicazione, il 23 novembre alle 13:41, il post è on line da almeno tre giorni e tutto tace. Il Comune non prende le distanze da certe affermazioni e presta il fianco a un evento che per certi aspetti, alla luce delle affermazioni del suo principale referente, denigra centinaia di migliaia di calabresi che per vivere e realizzarsi hanno scelto di non dover piegare la testa né chiedere favori all'amico politico o alla 'ndrangheta.