«Non è stato facile lavorare in quel clima, da fuori continuavano ad arrivare urla e ingiurie al nostro indirizzo». E dire che quegli ex percettori del reddito di cittadinanza la porta del Municipio l’avevano varcata soltanto dieci giorni prima. «Eravamo rimasti d’accordo che sarebbero tornati per portarmi i loro curricula e io li avrei consegnati al Centro per l’impiego di Cosenza. Un sindaco più di questo non può fare». Rosaria Succurro risponde al telefono da l’Aquila dove è in programma l’Assemblea nazionale delle Province italiane

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Parla dopo l'episodio di ieri sera, quando «un manipolo di facinorosi» ha accerchiato e preso a pugni la sua auto. Quando stamattina si è messa in viaggio, aveva ancora nelle orecchie il rumore secco dei pugni sferrati sulla lamiera del cofano, mentre la sua auto squarciava il gruppo dei facinorosi e guadagnava una via di fuga.

La protesta davanti al Comune di San Giovanni in Fiore era iniziata qualche ora prima, mentre dentro il sindaco presiedeva una riunione di giunta. Il gruppo di persone si è radunato nel cortile e ha dato sfogo a tutta la rabbia che aveva in corpo. «Comprendo la disperazione di chi non ha un lavoro e si è visto togliere il sussidio, ma non tollero la violenza e non la giustifico».

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