Non riconosciute le aggravanti mafiose: in primo grado era stato condannato a 2 anni e 6 mesi. «Contento per questa decisione che mi ripaga di tante preoccupazioni»
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Assolto perché il fatto non sussiste dall'accusa di abuso d'ufficio, aggravato dalle modalità mafiose, mentre il reato di scambio elettorale politico-mafioso è stato derubricato in scambio elettorale semplice, con conseguente dichiarazione di prescrizione. È la sentenza emessa dalla Corte d'appello di Reggio Calabria, 12 anni dopo il rinvio a giudizio, nei confronti dell'ex consigliere comunale Manlio Flesca, di 58 anni, imputato nel processo "Meta" contro le cosche reggine della 'ndrangheta.
All'ex consigliere comunale la Dda di Reggio Calabria aveva contestato di essere stato in rapporti con l'imprenditore Vincenzo Barbieri e la moglie Vincenza Musarella, anche loro imputati nello stesso processo e per i quali è stata dichiarata la prescrizione.
In primo grado, nel 2016, Flesca era stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Sentenza che è stata ribaltata adesso dalla Corte d'appello (presidente Alfredo Sicuro) in accoglimento della richiesta del difensore.
L'avvocato Pasquale Foti, Barbieri e Vincenza Musarella sono stati assistiti dagli avvocati Francesco Calabrese e Davide Barillà. «Dopo 12 anni - ha detto Flesca a margine dell'udienza - sono contento per questa sentenza. Ero tranquillo del mio operato e ho avuto sempre fiducia nella giustizia. Alla fine, la decisione della Corte d'appello mi ripaga di anni bui e preoccupazioni».