Avrebbero simulato un sinistro stradale tra Schiavonea e i laghi di Sibari per incassare il risarcimento previsto dalla polizza assicurativa con la complicità della donna che portava in grembo il bambino
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Avrebbero provocato un aborto per truffare l'assicurazione. È quanto stabilito dai giudici della Corte d'Assise del tribunale di Cosenza che hanno condannato quattro persone.
Nello specifico comminati 25 anni di reclusione al medico del pronto soccorso Sergio Garasto, 24 anni a Stefania Russo, madre del feto; 23 anni a Nunziatina Falcone e Piero Andrea Zangaro. Sono ritenuti colpevoli di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione.
Il pm Valentina Draetta aveva chiesto l’ergastolo, perché ritenuti in concorso di aver provocato l’aborto di Stefania Russo, al sesto mese di gravidanza, simulando un incidente stradale al fine di incassare il risarcimento previsto dalla polizza assicurativa automobilistica. I dettagli erano emersi grazie all'operazione Medical market, coordinata dalla Procura di Castrovillari. L'inchiesta coinvolse 144 persone. I carabinieri, chiamati a testimoniare in aula, confermarono che in quella notte tra il 15 e 16 maggio 2012 non trovarono nessun segno di incidente stradale lungo la statale 106 dal porto di Schiavonea ai laghi di Sibari.
Nel corso della requisitoria, l'accusa aveva chiesto la massima pena sostenendo che l’aborto è stato indotto meccanicamente e farmacologicamente. Una volta nato, il piccolo sarebbe stato lasciato morire al fine di portare a termine il disegno criminoso. La difesa, invece, aveva chiesto l’assoluzione degli assistiti affermando che il feto era privo di vita quando la donna venne sottoposta a controlli.