Al suo posto verrà realizzata un'area camper da 35 posti. Il progetto del comune è stato finanziato con 700 mila euro dalla Regione
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Sono passati da pochi minuti le 13 quando Palazzo Mangeruca, l'opera di sei piani edificata sulla Ss106 sequestrato nel 2007 e confiscata nel 2012, viene demolito. In pochi secondi dell'ecomostro che per anni ha coperto la visuale di un tratto di costa jonica restano solo fumo e macerie. Nel 2022 grazie alla sinergia tra Regione Calabria e comune di Melissa è stato deciso di abbatterlo e realizzare al suo posto un'area camper da 35 posti. Il progetto del comune è stato finanziato con 700 mila euro dalla Regione. Sulla demolizione si registrano le reazioni del mondo politico.
Indagini e sequestro | Abbattimento dell’ecomostro di Torre Melissa, quando la Procura di Crotone decretò la fine dell’impero immobiliare di Mangeruca
Molinaro: «La demolizione è una vittoria dei calabresi e delle Istituzioni»
«Oggi, con l’abbattimento dell’ecomostro nel comune di Melissa in località Torre Melissa, è una bellissima giornata: la ndrangheta può essere abbattuta! Dopo 40 anni l'ecomostro confiscato alla ndrangheta, uno scempio che sfregiava uno dei tratti di mare della Magna Graecia che trasuda di bellezza non ci sarà più! Un simbolo di riscatto per la Calabria che va a merito del presidente Occhiuto, alla sua giunta e all’arma dei Carabinieri che testardamente, ristabilendo la legalità, hanno restituito l’area ai cittadini. Questo – spiega Pietro Molinaro presidente della Commissione consiliare antindrangheta – è un severo avvertimento contro “l’urbanistica fai da te” spesso, come in questo caso, frutto di investimenti della ndrangheta e comunque di speculazioni. Difendere gli asset ambientali nei nostri territori, è compito difficile ma necessario, ma le Istituzioni calabresi hanno dimostrato che è possibile farlo! Avanti cosi!».
L’intervento | Abbattimento ecomostro di Torre Melissa, Legambiente: «Un segnale della Regione nella lotta all’abusivismo»
Mancuso: «Un segnale forte contro l'abusivismo e la 'ndrangheta»
«È un segnale forte contro l’abusivismo e contro la ‘ndrangheta che costituiscono un grave ostacolo allo sviluppo di una regione che vuole mettere a valore, nella piena legalità, il proprio straordinario patrimonio di civiltà, natura e cultura». Lo dice il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso a conclusione della demolizione di Palazzo Mangeruca a Torre Melissa confiscato alla ‘ndrangheta. «Un segnale chiaro, per superare inerzie e tolleranze verso tutto ciò che deturpa l’ambiente, provocando rischi all’incolumità delle comunità e ingenti diseconomie. Ma soprattutto, è una scelta che sottolinea l’urgenza di attivare ogni mezzo e strumento al fine di tutelare il paesaggio - conclude Mancuso - come impone l’articolo 9 della Costituzione»
Tavernise (M5S): «Lo Stato si riappropria del territorio»
«È stato emozionante assistere alla demolizione dell'eco mostro a Torre Melissa. Si è trattato di un momento importante nell'affermazione della presenza dello Stato nel territorio, non solo a livello simbolico, poiché realmente questo spazio sarà restituito alla collettività. E piace, infatti, anche l'idea avanzata dall'amministrazione comunale, finanziata dalla Regione, della nuova destinazione d'uso dell'area, che presto ospiterà un campeggio. Una proposta che mira a valorizzare questa bellissima porzione di costa Jonica e che si inserisce perfettamente in quella che è la tendenza, in continua crescita, del turismo itinerante». È quanto scrive in una nota il consigliere del Movimento Cinquestelle Davide Tavernise.
«Proprio su questo tema, il 30 novembre scorso ho depositato una proposta di legge per normare il settore in costante sviluppo al fine di valorizzare maggiormente le bellezze della nostra terra. Una terra stupenda e dalle mille sfaccettature, quella calabrese, che deve essere difesa dall'arroganza delle organizzazioni mafiose e accompagnata in un processo di crescita e sviluppo che per troppo tempo le è stato negato. Oggi la Stato ha dimostrato che una Calabria diversa è possibile, - conclude Tavernise - ora tocca alla politica creare le basi per questa trasformazione».