La bellezza impareggiabile di una città che dalla collina declina verso il mare e il guaio di un territorio friabile che continua a sbriciolarsi: c’è anche questo nel presente problematico di Vibo Valentia, un capoluogo di provincia dove il rischio idrogeologico, per ora perenne, si vede tutti i giorni.

Sulla strada che collega al mare, nella frazione di Longobardi, hanno limitato il traffico a causa di un nuovo smottamento. Hanno messo delle transenne, ma gli automobilisti passano ugualmente, forse perchè sanno che – siccome il cantiere non è ancora aperto – chi sa quando faranno questi altri lavori. In questa zona c’è ancora una memoria vivida dell’alluvione del 2006 , si vive percependo il pericolo – visto che dalla collina sovrastante sono evidenti ancora le ferite prodotte – e c’è chi dimostra fatalismo, ma non manca chi individua le cause non rimosse: «Non puliscono le fiumare», si lamenta un cittadino.

A San Pietro, un pugno di case che furono evacuate nel 2006, l’ansia non cambia anche perché qui ricordano una frana – nel 2010 – che isolò nuovamente la frazione per diversi mesi. Una signora sostiene che «nulla è cambiato», fotografia impietosa di una preoccupazione generalizzata dopo i fondi spesi nel post alluvione che, evidentemente, non hanno impedito i nuovi smottamenti di questi giorni.