VIDEO-FOTO | Alla cerimonia hanno preso parte i figli Carmelo e Francesca che hanno scoperto la targa e le massime autorità civili, militari e religiose del Vibonese: «Un esempio di coesione tra Stato e comunità civile»
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Una piazza di Vibo Marina, situata nei pressi della banchina Fiume, da oggi porterà il nome dell’appuntato della Guardia di Finanza Antonino De Vita, deceduto nel 1957 all’età di 42 anni durante lo svolgimento del servizio. Sono stati i due figli Carmelo e Francesca a scoprire la targa nel corso di una solenne cerimonia alla quale hanno partecipato le massime autorità civili, militari e religiose.
Presente per l’occasione anche il comandante regionale Calabria della Guardia di Finanza, generale di divisione, Gianluigi D’Alfonso: «L’appuntato Antonino De Vita – ha detto - ha sacrificato la sua vita alla Guardia di Finanza e ai valori della Patria, partecipando alla Resistenza, alla Seconda guerra mondiale e combattendo in Italia e all’estero. È stato un esempio per tutti», ha proseguito il comandante regionale della Gdf che ha sottolineato il valore dell’iniziativa che rientra nell’ambito degli eventi per il 250° anniversario della fondazione del Corpo: «Il nostro motto è: “Nella tradizione il futuro”».
A sottolineare l’importanza della giornata è stato il prefetto di Vibo Valentia Paolo Giovanni Grieco, per il quale «le forze di Polizia, lo Stato, non sono corpi estranei di questa realtà ma ne fanno parte. Vivono la realtà e la storia delle comunità e condividono con loro i momenti salienti. Oggi l’appuntato Antonino De Vita non è solo un simbolo ma rappresenta ciò che vogliamo essere, ovvero un tutt’uno con la comunità, al servizio della comunità». A fare da cornice all’iniziativa gli studenti dell’Istituto Comprensivo Amerigo Vespucci di Vibo Marina con l’orchestra musicale giovanile diretta da Andrea Mamone che ha eseguito l’inno di Mameli.
La cerimonia è stata organizzata in collaborazione con il Comune di Vibo Valentia rappresentato dal sindaco Maria Limardo, la Proloco di Vibo Marina con il presidente Enzo De Maria e la famiglia del compianto militare della Guardia di Finanza: «Avevo tre anni quando mio padre è morto durante il lavoro. L’ho conosciuto pochissimo. Ma oggi posso dire di conoscerlo grazie ai racconti di chi gli voleva bene e perpetua il suo ricordo. Sono fiero di lui», dice commosso Carmelo. Sua sorella Francesca aveva 9 anni. Ricorda quell'ultimo bacio prima di andare a lavorare. Ricorda la telefonata giunta nel pomeriggio. Ricorda le lacrime della madre e i giorni tristi che seguirono. «La tragedia è accaduta in questa piazza», dice la donna indicando il punto esatto dove il padre venne trovato morto. «Oggi si apre una nuova pagina. Da luogo di tristezza questa piazza diventa oggi luogo di gioia», conclude ringraziando la città di Vibo Valentia e tutte le autorità che con la loro presenza hanno voluto omaggiare suo padre intitolandogli una piazza che da oggi porterà il suo nome.
L’appuntato Antonino De Vita si arruolò nel Corpo delle fiamme gialle il 5 settembre 1935. Nel marzo 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne assegnato al 12° Battaglione Mobilitato della Guardia di Finanza e impiegato sul fronte greco-albanese dal 18 novembre 1942 all’8 settembre 1943. Coinvolto nello sbandamento delle truppe italiane, si rifiutò di collaborare con l’esercito nazi-fascista e si arruolò nell’8° Reggimento Partigiani Greci dell’E.L.A.S., prendendo parte, dal settembre 1943 all’ottobre 1944, ad azioni di guerra sulla catena montuosa del Taigeto. Rientrato in patria nel novembre del 1944, fu assegnato alla Legione Territoriale di Bari. Durante la guerra subì una ferita alla mano sinistra che gli causò la perdita di tre falangi all’indice e al medio. Il 27 maggio 1945 venne assegnato alla Brigata Litoranea Mare Guardia di Finanza di Vibo Marina, transitando successivamente, il 5 settembre 1950, nel contingente dei finanzieri di terra. Il 12 luglio 1957, durante un turno di servizio presso la postazione ubicata nell’attuale banchina Fiume di questo porto, si spense all’età di 42 anni. Le prove di coraggio e amore per la Patria lo hanno reso meritevole di ricevere Il 19 febbraio 1951 la Croce al merito di guerra e il 1° marzo 1953 il riconoscimento della belligeranza nella guerra di liberazione quale “partigiano combattente”.