Gli alberi della città di Vibo non se la passano benissimo. Negli ultimi mesi ne sono venuti giù alcuni che facevano parte del paesaggio urbano da decenni. È successo, ad esempio, per il cedro del Libano che dominava uno dei lati di piazza Martiri d’Ungheria ed era lì da tempo immemorabile a guardare il suo gemello che ancora (non si sa per quanto) si staglia dall’altra parte dell’emiciclo. Il 2 novembre scorso è stato abbattuto perché i lavori di riqualificazione della piazza ne avevano compromesso la stabilità. Una scelta obbligata come quella che ha decretato il taglio di sei pini in prossimità della nuova rotatoria di viale Affaccio. Forse sono solo i primi, perché è molto probabile che altri, sempre su quella strada, debbano subire in futuro la stessa sorte e finire la loro vita nel ruggito di una motosega.

Ma sono molti altri gli alberi che dovranno essere passati ai Raggi X. Basti pensare soltanto agli enormi pini che costeggiano viale della Pace e si insinuano con le radici sotto la carreggiata che in più punti è inevitabilmente rigonfia e crepata. Insomma, una bella gatta da pelare per l’agronomo incaricato dal Comune di redigere il Piano del verde comunale, importante strumento urbanistico che – recita la legge regionale numero 7 del 2024 – “individua gli ambiti di tutela del verde urbano e periurbano” ed esprime le “politiche di riqualificazione, progettazione, gestione, tutela, fruizione e manutenzione del verde urbano, nel rispetto di quanto previsto dal regolamento comunale”.

Un professionista, quello chiamato a valutare la situazione e redigere il piano, che ha già un nome e un cognome: Giuseppe Lo Giudice, iscritto all’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Reggio Calabria, con il proprio studio sempre in riva allo Stretto.

L’incarico gli è stato affidato con determina del Settore ambiente e manutenzione il 31 dicembre scorso, sul filo di lana del 2024. Per la prestazione professionale richiesta il Comune ha messo sul piatto 148mila euro, di cui 112mila per la parcella vera e propria, mentre il resto va in oneri previdenziali, Iva e “imprevisti”.

Insomma, per redigere il Piano del verde comunale della città di Vibo ci vogliono quasi 150mila euro, cifra che comprende le indagini strumentali per valutare la stabilità di 180 alberi, tanti quanti ne sono indicati nell’atto emanato dagli uffici di palazzo Luigi Razza. Troppo?
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