VIDEO | Tanta la gente che ha deciso di partecipare alla manifestazione. Presenti anche i familiari della ventenne aggredita e uccisa da un branco di cani nella pineta di Satriano. La promotrice: «Commossa da tanta partecipazione» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Una piazza piena di gente. Cartelloni con frasi e foto che raccontano di lei. Ha richiamato tanta gente la fiaccolata a Soverato in memoria di Simona Cavallaro, la ventenne aggredita e uccisa giovedì scorso da un branco di cani nella pineta di Satriano, nel Catanzarese, mentre con un amico faceva un sopralluogo in vista di un picnic che avrebbe dovuto tenersi dopo pochi giorni. Davvero in molti sono scesi in strada per manifestare il proprio dolore e la propria vicinanza ai familiari della ragazza. Presenti anche il padre Alfio e il fratello gemello di Simona, Pietro.
«Vorrei tanto che questa giornata fosse la giornata di sempre, non solo la giornata di oggi che ci sono i riflettori accesi», dice Luigia Milano, promotrice della manifestazione. «Vorrei che diventasse un monito vero per le coscienze di tutti, di chi rappresenta le istituzioni affinché tragedie di questo genere non debbano più avvenire. E non solo con le parole ma con i fatti, che dovranno arrivare da domani», prosegue.
E spiega il perché di questa iniziativa: «L’idea è nata perché essendo mamma ho sentito un grande dolore dentro che mi ha spinto a farlo. Non pensavo arrivasse tanta gente, sono commossa».
Al microfono le parole spezzate dal dolore di Pietro, fratello gemello di Simona. Le parole di chi non ha parole perché non ce ne sono per commentare una tragedia così grande, soprattutto se quella tragedia ti colpisce come un pugno dritto in faccia. «Mia sorella era tutto, era ciò che reggeva noi. Era sempre con noi. Rimarrà sempre con me», dice Pietro. Poi, riferendosi ai genitori: «Li renderò fieri il doppio, per tutti e due».
Dopo di lui è papà Alfio a prendere la parola davanti ai presenti. Parla dei suoi due figli, il dono più grande che la vita gli ha dato: «Sono stati voluti, desiderati, cercati, con tanti sacrifici. Quando sono nati sembrava che fosse nato Gesù Bambino. Sono stati cresciuti nell’amore, nella gioia, nella salute. Io mi privavo di qualcosa, ma loro avevano tutto». Poi afferma: «Tutto potevo immaginare, ma mai che mia figlia Simona facesse la fine che si augura solo alle bestie. Non ci sono parole».
Non si trattiene Pietro, interviene di nuovo e aggiunge, tra le lacrime: «Non si può andare in un posto pubblico e perdere così la vita».
Alfio Cavallaro racconta poi di essere andato a vedere con i suoi occhi il luogo della tragedia: «Io avantieri mattina sono salito a Satriano: sembrava il bosco delle streghe. Un parco abbandonato, degradato, in mano a venti lupi abbandonati. Anch’io ho avuto paura di avvicinarmi. I cani erano davanti, pronti ad azzannarmi. Mia moglie a gridarmi: “Torna in macchina”. Non è compito mio giudicare le responsabilità. Io so solo che avevo un gioiello di figlia. Mia figlia Simona aveva un futuro roseo, un’intelligenza superiore alla norma. È un dolore atroce perderla».
La tragedia ha colpito non solo la città della ragazza, ma la Calabria e l’Italia intera che si sono unite al dolore della famiglia. Domani si terrà il funerale di Simona Cavallaro, alle 17 nel piazzale adiacente l’oratorio di Soverato.