VIDEO | Alla presenza del comandante della Legione Carabinieri Calabria, l'Arma ha voluto omaggiare il giovane morto nel 1985 a soli 25 anni dopo l'impegno profuso nelle indagini sui sequestri di persona in Aspromonte
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Una cerimonia sobria ma carica di significato questa mattina a San Luca per ricordare il sacrificio del brigadiere Carmine Tripodi, ucciso nel febbraio del 1985 a soli 25 anni. L’Arma dei carabinieri ha deposto una corona d’alloro accanto alla lapide sul luogo dell’omicidio all’ingresso del paese in località Ponte Cucuzza, seguita da un picchetto sulle note del silenzio.
Il militare stava rientrando a casa ed era in macchina lungo la provinciale che da San Luca lo avrebbe condotto alla marina. La sua auto fu bloccata da un commando che gli sbarrò la strada e sparò contro. Anche se ferito, riuscì a reagire estraendo la pistola d’ordinanza e ferendo uno dei sicari. In poco tempo vengono individuati ed arrestati i suoi presunti assassini, tutti appartenenti alle locali cosche, ma nei processi che si svolgeranno negli anni seguenti verranno tutti assolti e quel delitto rimane ancora oggi irrisolto. Fortemente impegnato ad arginare l’ondata dei sequestri di persona sui crinali dell’Aspromonte negli anni ’80, riuscì ad assicurare alla giustizia diversi esponenti delle più note famiglie di ndrangheta coinvolte.
«L’Arma dei Carabinieri non dimentica nessuno – ha espresso il comandante della Legione Carabinieri Calabria Pietro Francesco Salsano -, anche se sono tanti anni ci teniamo ad essere vicini e ricordare questi nostri militari che in terre difficili come questa, pur consapevoli dei rischi a cui andavano incontro, hanno fatto il loro dovere pagandolo a carissimo prezzo».