Il sindaco della cittadina della Locride con la fascia tricolore alla cerimonia: «Per me era come un fratello». La senatrice di Sinistra italiana Cucchi annuncia un’interrogazione parlamentare
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Ad aspettare la salma di Hassan fuori dal cimitero di Riace Mimmo Lucano indossa ancora la fascia tricolore. Sulla sua eventuale decadenza dalla carica per effetto della legge Severino ha poca voglia di parlare. Per lui oggi è il giorno del dolore, quello in cui ha tributato l’ultimo saluto al detenuto egiziano conosciuto da tutti come Ahmed, condannato con l’accusa di essere uno scafista che ha vissuto i suoi ultimi giorni nel Villaggio Globale, circondato dall’affetto di chi, pur non conoscendolo da tempo, ha voluto accompagnarlo nel suo ultimo viaggio.
«Per me era come un fratello – ha commentato il primo cittadino riacese – ha finito di soffrire». Per Lucano, il vero responsabile della morte di Ahmed, così era conosciuto, «è l’articolo 12 del Testo Unico sull’Immigrazione, una norma che negli ultimi anni ha portato all’arresto e alla condanna di numerosi migranti con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, spesso senza prove adeguate». Una legge che da europarlamentare Lucano sottoporrà all’attenzione della Corte Penale Internazionale. «Denunceremo questa vicenda – ha dichiarato – non si può restare in silenzio davanti a un’ingiustizia così grande».
Alla cerimonia sobria ma dall’alto valore simbolico, nonostante la pioggia battente, erano presenti diversi cittadini riacesi e non solo. Sul caso è intervenuta anche la senatrice di Sinistra Italiana Ilaria Cucchi, la quale ha annunciato un’interrogazione parlamentare ai ministri della Giustizia e della Sanità, chiedendo conto delle responsabilità per quanto accaduto. «Come è stato possibile? – ha dichiarato – Com’è possibile che nessuno si sia accorto della sua malattia fino a quando era ormai troppo tardi? Quello che è successo merita una spiegazione dallo Stato».