Una città in lutto. Un dolore straziante ma composto, quello vissuto della famiglia. Reggio Calabria abbraccia Nino Candido, il pompiere 32enne rimasto ucciso nell’esplosione di una cascina nell’Alessandrino. La salma del vigile del fuoco è giunta nella serata di ieri in riva allo Stretto. Prima i funerali di Stato, poi quelli voluti dai congiunti nella città natale. Le esequie in un giorno cruciale con la svolta delle indagini. Il proprietario della cascina andata distrutta, Giovanni Vincenti, infatti, Ha confessato al termine di un interrogatorio fiume nella notte. È ritenuto responsabile di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie. 

I funerali a Reggio Calabria 

Intanto, dopo i funerali celebrati ieri insieme alle atre due vittime - Marco Triches, 38 anni,  e Matteo Gastaldo - Reggio Calabria ha potuto riaccogliere Nino. Ad accompagnare il feretro, un corteo dei Vigili del fuoco. La cerimonia, in forma pubblica, è officiata dall'arcivescovo Fiorini Morosini nel Duomo. Il giovane era «figlio d’arte». Suo padre Angelo infatti, era capo reparto in servizio al distaccamento aeroportuale. Nel 2006 aveva iniziato a svolgere servizio come volontario. L’assunzione due anni fa è stato per lui un sogno che si avverava: indossare la stessa divisa del papà. 

 

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