È quello del vibonese Francesco Artusa, imprenditore nel settore agroalimentare. Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, prima si è concesso bagni di folla e selfie, e poi, dal palco, ha illustrato i sei punti della Lega nell'Impegno per l'Italia
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È in corso sul pratone di Pontida il mega raduno del Carroccio dove il leader Matteo Salvini, prima si è concesso bagni di folla e selfie, e poi, dal palco, ha illustrato i sei punti della Lega nell'Impegno per l'Italia (Il programma elettorale). «Questo è l'impegno dei ministri e governatori a firmare i sei impegni per prendere per mano questo Paese e cioè stop bollette, autonomia, flat tax, Quota 41, decreti sicurezza e giustizia giusta. Questo è il sacro impegno della Lega a cambiare questo Paese», ha detto svelando la sorpresa, consistente nella firma dei governatori e ministri al suo "impegno per l'Italia". «Rimanga agli atti - ha detto Salvini - l’impegno dei ministri e dei governatori della Lega, tutti uniti, da Nord a Sud, a prendere per mano questo Paese».
Tra i vari stand allestiti sul pratone anche uno dove è possibile degustare prodotti calabresi. È quello del vibonese Francesco Artusa, imprenditore nel settore agroalimentare e titolare del gazebo. «Può sembrare strano che pur provenendo dalla Calabria siamo qui a Pontida, ma è proprio perché vogliamo dare una testimonianza della nostra condivisione rispetto al progetto di Matteo Salvini, che è quello di dare autonomia, e dunque valorizzare, tutte le regioni italiane rendendo il Paese più sicuro, più ordinato e soprattutto con più lavoro», ha dichiarato all’Adnkronos Artusa.
«Noi - spiega Artusa, che è anche consigliere comunale a Filandari, nel vibonese, tra i primi politici leghisti al Sud, candidato a sindaco alle amministrative del 2018 - siamo imprenditori e con i nostri prodotti tipici esportiamo in molti Paesi del mondo. Siamo profondamente attaccati al nostro territorio, ma quando veniamo qui al Nord restiamo impressionati da come vengono ben gestite le cose».
«Cosa che non accade al Sud, dove siamo indietro di 40-50 anni. Già lungo il percorso per venire qui, stamattina, abbiamo visto un ambiente curato, pulito, ordinato. Sembrerà banale, lo so, ma per non parlare dei livelli della sanità e di tante altre cose che influiscono sulla vita delle persone – ha continuato -. Il Nord dà tante opportunità e mi chiedo perché non portarle anche al Sud? Il Sud deve uscire dalla logica dell’assistenzialismo, anche perché di imprenditori che investono, producono, lavorano ce ne sono tanti. E hanno bisogno di un governo forte, nel quale poter credere. La politica in Calabria, invece, in 50 anni ci ha affossato. Eppure abbiamo le coste più belle, tanti prodotti che sono eccellenze apprezzate in tutto il mondo, perché non valorizzarle? Perché non prendere spunto dalle idee leghiste? Io vorrei portare al Sud il vento di cambiamento e di innovazione che si respira qui al Nord».
E quando si parla di autonomia, Artusa rimarca: «l’Italia nasce dalle autonomie, già il fatto stesso che ogni regione abbia i suoi prodotti e le sue tradizioni che la contraddistinguono, significa autonomia. Noi, piuttosto, dobbiamo reclamarla l’autonomia, perché sono sicuro che l’Italia ne risulterebbe valorizzata. Unire i territori, invece, rischia di appiattirla totalmente».