VIDEO | La denuncia del nascente comitato cittadino: «Le piante infestanti in molti casi superano le abitazioni in altezza, fanno da trampolino per i topi, anche quelli d’appartamento, che ormai sono presenze fisse nel nostro quotidiano»
Tutti gli articoli di Cronaca
La rimozione di marcite lastre di eternit, che in alcuni casi ancora coprono le verande delle abitazioni ormai sgomberate a Piano Torre (quartiere di Paola celebre per essere la sede del Faro cittadino), è solo la prima delle urgenze che i residenti hanno segnalato, e continuano a segnalare, alle istituzioni, a distanza di anni incapaci di mettere in atto provvedimenti che comportino una reale bonifica del rione.
Stanchi del continuo tira e molla tra amministrazione comunale e società proprietaria di gran parte di terreni e immobili del quartiere (rilevati dalle Ferrovie dello Stato, che in precedenza ne erano titolari), gli abitanti stanno costituendosi in un comitato con l’intenzione di tutelare il diritto ad una vita non condizionata dalle inefficienze altrui.
Piano Torre, attualmente, è un’area deturpata, dove insistono condizioni per le quali sarebbe opportuno un intervento immediato, non soltanto per scongiurare i rischi dell’amianto (presente oltre che in lastre anche in manufatti, rimasti nelle stesse sedi in cui vennero installati decenni orsono), ma anche per evitare che il quartiere diventi ricettacolo di senza fissa dimora, ingolositi dalla quantità di immobili disabitati – sulle cui condizioni di agibilità è impossibile esprimersi – e di animali e piante infestanti, talmente cresciute in alcuni giardini, da impedire la visione della facciata esterna delle case.
Nel mese di giugno 2021, l’allora consigliere regionale (e comunale), Graziano Di Natale, ebbe a rassicurare i residenti del rione con queste parole: «Questo è un quartiere che, nel giro di quindici giorni, deve ritrovare la dignità di essere quartiere». Un discorso pronunciato nella sua veste di pilastro della maggioranza a quel tempo incarnata dall’amministrazione di Roberto Perrotta. Parole di oltre 600 giorni fa, lontane come quelle dello stesso sindaco di allora, che a maggio 2022 ha inaugurato uno spazio accanto al Faro, “recuperandolo” da un’area precedentemente occupata da cumuli di ciarpame, molto del quale – però – è stato soltanto nascosto alla vista, perché occultato dalla vegetazione sulla scarpata sottostante. Un punto di incontro e di ristoro inaccessibile, con solide assi di legno a sbarrare la porta dell’unica struttura edificata sul luogo, che benché ripulita e risistemata, sta cadendo a pezzi senza soluzione di continuità. Come se tutto dovesse procedere al contrario rispetto a quanto promesso.
Un regresso continuo, per un quartiere che sin dalla seconda metà del secolo scorso, ha rappresentato uno dei bacini più floridi per la crescita demografica di Paola, essendo tra i più popolati dal dispiegamento di ferrovieri su cui poteva contare la città del Santo fino a qualche tempo fa.
Rientrante nel patrimonio delle Ferrovie dello Stato, gran parte del territorio del quartiere (e le relative costruzioni) è diventato oggetto delle dismissioni conseguite al riassetto dell’azienda ferroviaria, passando dalla titolarità di FS, a quella di una società privata, che ha reso evidenti le sue potenzialità per uno solo dei tanti immobili di cui è divenuta proprietaria (eretto di fianco all’edificio noto come “casa di riposo”), perché a tutto di tutto il resto che necessiterebbe manutenzione, non sembra dedicare la stessa attenzione.
«Quando il maltempo è forte, dalle case di pertinenza della società, volano tegole che viaggiano poi ad altezza d’uomo – denuncia la signora Lella, portavoce del nascente comitato di residenti – ad ogni accidente atmosferico succede qualcosa di grave, le strade si inondano della fanghiglia che trabocca dai giardini lasciati nell’incuria, mentre rifiuti nascosti in ogni dove si riversano sull’asse viario. Le piante infestanti, in molti casi superano le abitazioni in altezza, fanno da trampolino per i topi, anche quelli d’appartamento, che ormai sono presenze fisse nel nostro quotidiano. Chiediamo soltanto una presa in carico di questa situazione, da cui consegua la bonifica dei luoghi e il ripristino della normalità così come la conosciamo a Piano Torre, un quartiere che è sempre stato un’eccellenza per ciò che ha riguardato la nettezza urbana. Non ce la facciamo più a convivere con il timore che qualche lastra di eternit possa sgretolarsi sotto il peso degli elementi e degli anni – conclude la donna – che inutilmente stanno trascorrendo da ogni promessa ricevuta dalla politica locale».