VIDEO | Dopo i drammatici casi di Chiaravalle, Bocchigliero e Melito Porto Salvo, siamo andati a visitare una casa di cura della Piana. Ospiti e personale sono blindati all’interno, gli incontri con i familiari solo via Skype
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Mano nella mano raggiungono il piano inferiore. Tra pochi minuti sarà servito il pranzo. Palmi, casa “Emmaus- associazione di volontariato Presenza”. Qui l'atmosfera è allegra e serena. Gli ospiti, 25 in tutto, stanno bene nonostante gli acciacchi, nonostante i timori della pandemia che dilaga fuori da qui. Stanno bene malgrado le notizie drammatiche che giungono da strutture calabresi simili a questa in cui gli anziani sono morti o rischiano di morire.
Loro no. Loro hanno avuto la fortuna di trovarsi nella struttura di Don Silvio Mesiti, che subito dopo l'ordinanza ministeriale ha vietato l'ingresso ai parenti. Ha dimezzato il personale. Ha sospeso le attività del centro. Ha adottato scrupolosamente tutte le misure per evitare il contagio. E così da settimane anziani e personale vivono blindati in questa casa che per molti è famiglia.
Entriamo nella struttura che si trova nel cuore di Palmi. Manteniamo le distanze di sicurezza. È mezzogiorno. I tavoli della sala mensa sono apparecchiati. Ognuno occupa il proprio posto. Una donna si alza per la preghiera. Salutano la telecamera: «Stiamo bene» esclamano. L'emergenza sanitaria li ha privati delle visite dei loro cari, un'assenza che viene colmata dalla tecnologia. I colloqui avvengono via Skype. Gli abbracci sono virtuali ma bastano a colmare il senso di solitudine. In questa struttura si preparano pasti da asporto per persone in difficoltà. Bussa alla porta un uomo che cammina lento sorretto da un bastone. Prende il suo pasto, sorride all’operatore che glielo porge, ringrazia e guadagna l’uscita. Pochi minuti dopo arriva un’altra donna, sta prendendo il pranzo che porterà ad una novantenne che non riesce a camminare. Storia di ordinaria umanità. Di ordinaria cura. Di normalità.