«In questo reparto, purtroppo, è un’odissea continua e stamattina sono stata costretta a andare al commissariato di polizia a fare una denuncia». È stesa su un letto a fare la dialisi Maria Larosa, ma non ha perso ancora la speranza di vedere, dopo anni, un reparto di ospedale dove lei e i 50 dializzati di Palmi possano curarsi senza dovere affrontare, quasi tutti i giorni, altri problemi oltre alla loro malattia.

 

Ascensori rotti, locali fatiscenti, una struttura che cade a pezzi. Come se sottoporsi a dialisi non fosse già di per sé un calvario, ci si mette anche la burocrazia a rendere quasi impossibile la vita dei dializzati in cura in quel che resta dell’ex ospedale di Palmi. Stamattina l’ennesima rottura dell’ascensore, che era stato rimesso in funzione ieri pomeriggio, ha costretto i pazienti a salire quattro piani a piedi per iniziare la loro cura. Si parla tanto, e a ragione del nuovo ospedale della piana che dovrebbe sorgere a Palmi, ma in attesa bisognerebbe potenziare un po’ l’esistente, come la vecchia struttura di Palmi che fornisce circa 12mila prestazioni l’anno.

 

«Gli ascensori che trasportano gli ammalati che fanno dialisi, - accusa la signora Larosa - funzionano qualche giorno e poi si rompono di nuovo, noi dializzati abbiamo anche altre patologie. Ci sono pazienti che non hanno arti inferiori e quindi come fanno a salire al quarto piano, dove si trova il reparto?».

 

Un problema molto grave, quindi, al quale se ne aggiungono purtroppo altri. «Qui c’è una situazione molto grave – continua Maria Larosa – c’è un reparto vecchio, non abbiamo scarichi, non c’è un impianto elettrico a norma, non c’è un bagno. Siamo 50 malati in questo reparto, devono capire che abbiamo bisogno di un centro dialisi vero, non chiediamo un reparto come quelli in Lombardia o in Piemonte, ma almeno un centro che sia adeguato per poter fare dialisi».

C’è un progetto, fermo, per il trasferimento del reparto di dialisi al primo piano, in un’area che però deve essere ristrutturata. «La rottura dell’ascensore è uno dei tanti problemi – dichiara Salvatore Barillaro, direttore sanitario del distretto tirrenico – pensi che ieri pomeriggio i tecnici sono andati via alle 16.30 e stamattina è di nuovo rotto. Abbiamo in programma di trasferire il reparto di dialisi al primo piano, dove sarà più facile accedere e dove tutto sarà a noma. Il problema sono i progetti che devono essere messi in appalto dall’azienda sanitaria».