Tra gli organizzatori i sindacati Usb della città meneghina: «Chi soffia sul vento del razzismo é il mandante morale di ogni crimine a sfondo razziale»
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Non si ferma l’ondata di reazioni alla morte di Soumayla Sacko, il bracciante maliano ucciso lo scorso sabato a San Calogero. Il caso ha avuto una cassa di risonanza nazionale e domani, a una settimana dalla tragica morte del giovane, Milano scenderà in piazza per una manifestazione in suo ricordo contro il razzismo, le mafie e lo sfruttamento.
A organizzare l’evento i sindacati di base - quell’Usb di cui Soumayla era un fervente rappresentante a San Ferdinando – i centri sociali, i collettivi, le sigle antagoniste e la sinistra meneghina.
«Hanno ammazzato ancora – si legge in un comunicato degli organizzatori -, uno sparo contro un nero. Vorrebbero che ci abituassimo a questo macabro tiro a segno che fa da sfondo alla retorica razzista e ci ricorda che non si tratta solo di parole ma di fatti che fanno male: di ingiustizie. Le ingiustizie che si attorcigliano assieme nella storia di Soumayla Sacko e nella storia della Piana di Gioia Tauro. Una terra i cui abitanti subiscono da tempo immemore l'infamia delle 'ndrine e la fatica di coltivare la terra come braccianti sfruttati. Una terra in cui il colore della pelle è diventato un elemento della gerarchia del lavoro e dove i braccianti africani hanno combattuto molte volte in questi anni contro il caporalato. Soumalia Sacko era un attivista sindacale, in mezzo ai campi, come tanti altri prima di lui in quelle terre. La sua morte non ha provocato nessun commento del Ministro del Lavoro, né di quello dell'Interno».
«D'altra parte – prosegue la nota - non osiamo pensare quel che avrebbero potuto dire. Chi soffia sul vento del razzismo, della guerra tra poveri, della restaurazione dei muri e delle frontiere é il mandante morale di ogni crimine a sfondo razziale. Chi si ricorda di Soumalia Sacko siamo noi, tutti quelli che si ricordano di Jerry Maslo ucciso per punizione, Auro Bruno bruciato dentro a un centro sociale, Abba ucciso a sprangate e tutti coloro a cui hanno sparato negli ultimi anni perché neri e di tutti quelli che sono venuti dopo. Non smetteremo mai di lottare affinché non accada mai più e per sconfiggere il razzismo lo sfruttamento, la mafia e tutte le ingiustizie che sempre sono intrecciate tra loro. Non possiamo rimanere indifferenti. Siamo e saremo sempre dalla parte di chi attraversa il Mediterraneo per cercare rifugio da guerre ed ingiustizie, dalla parte di chi é costretto a vivere all'interno di capanne fatte di lamiere per 2 euro all'ora. Nessuno spazio a fascismo, razzismo e sessismo!», concludono.