VIDEO | Il padiglione individuato nel nosocomio locrese presenta evidenti carenze strutturali. Per la Uil è «la soluzione peggiore» e intanto invoca l'utilizzo della struttura chiusa da un decennio e presso la quale i cittadini sono in sit-in permanente
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Tramontata l’ipotesi dell’ospedale da campo, al nosocomio di Locri il padiglione individuato per allestire il reparto Covid è quello degli uffici amministrativi. In attesa di capire quante risorse saranno destinate per la riqualificazione, l’ala della struttura di contrada Verga si presenta con balconi cadenti, controsoffitti inesistenti e tubi ammuffiti dal tempo e dall’incuria. Una soluzione che non convince la Uil-Fpl, che invoca con forza l’utilizzo dell’ex ospedale di Siderno.
«Locri è la peggiore soluzione che si potesse trovare – è il pensiero del sindacalista Nicola Simone – ciò comporta costi rilevanti per la sistemazione dei locali. Le alternative non mancano e Siderno rappresenta una risorsa in prospettiva non solo per l’emergenza Covid, ma anche per il futuro della sanità nella Locride».
E proprio a Siderno cresce la mobilitazione e l'attenzione dei cittadini verso l’ex ospedale, chiuso da oltre un decennio con la promessa di una riconversione in casa della salute. Un polo che potrebbe erogare servizi essenziali, costruito con soldi pubblici e lasciato in uno stato di abbandono. «Noi non molleremo fino a quando il nuovo commissario alla Sanità, la Regione o chi per loro non attiveranno un tavolo che consenta l'avvio di servizi presso l'ospedale di Siderno – rimarcano i manifestanti in sit-in permanente - Non possiamo tollerare di vivere in una condizione di precarietà e di rischio sanitario anche per patologie facilmente curabili».