Avrebbero attestato falsamente la loro presenza in servizio attraverso registrazione con il badge personale ma si sarebbero poi allontanati senza autorizzazione
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La Procura di Lamezia Terme ha chiesto il rinvio a giudizio per sei dipendenti della Lamezia Multiservizi, azienda municipalizzata del Comune lametino, accusati di false certificazioni e truffa aggravata. Secondo la ricostruzione, i sei dipendenti, impiegati in vari settori, avrebbero attestato falsamente la loro presenza in servizio attraverso registrazione in entrata effettuata con il badge personale ma si sarebbero poi allontanati senza autorizzazione e senza effettuare la corrispondente vidimazione in uscita in diverse occasioni per dedicarsi ad attività privatistiche.
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Ad esempio, c’è chi sarebbe andato a fare la spesa, chi dal barbiere, chi avrebbe svolto altre attività lavorative, tutte circostanze cristallizzate in fotografie e video frutto del lavoro d'inchiesta svolto dal nucleo operativo del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, al comando del capitano Valentino Luce, e finite oggi agli atti del processo.
Dominus della presunta associazione a delinquere un dipendente infedele della società in house che si sarebbe appropriato di gasolio. Si tratta, nello specifico, di Ivan Saladino, Giovanni Cugnetto, Ferdinando Carfora, Vincenzo Bosco, Adriano Gallo, e Cosimo Pellegrino.
Per tutti gli indagati, comparsi nei giorni scorsi dinnanzi al gup del Tribunale di Lamezia Terme, Francesco De Nino, è stato chiesto il rinvio a giudizio dalla Procura della Repubblica lametina, guidata da Salvatore Curcio, con provvedimento a firma del sostituto procuratore, Santo Melidona.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 5 dicembre. La società Lamezia Multiservizi si è costituita parte civile conferendo mandato all’avvocato Michele Cerminara. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Larussa, Giuseppe Notarianni, Tiziana D’agosto, Gabriele Ruffino, Francesco Vitaliano.