FOTO-VIDEO | Associazioni, sindacati, semplici cittadini. Il corteo è arrivato fino alla spiaggia di Steccato. Presenti anche superstiti e parenti delle vittime
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Aggiornamenti dai nostri inviati sul posto Procolo Guida, Vincenzo Imperitura e Francesco Rende
"Fermare la strage subito": è questo il filo conduttore del corteo promosso da Rete Asilo ed al quale hanno aderito decine di associazioni, partiti, sindacati e movimenti e semplici cittadini per protestare contro le morti di migranti in mare dopo il naufragio del barcone nelle acque antistanti Steccato di Cutro e nel quale ci sono state 76 vittime accertate tra le quali molti bambini.
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Dietro la croce realizzata con i legni della barca che si è infranta su una secca, ci sono almeno 5.000 persone provenienti da tutto il centro sud ed anche da regioni del nord.
Il corteo, contrariamente a quanto era stato previsto in un primo momento, non si è concluso sul lungomare di Steccato di Cutro, ma è arrivato sino in spiaggia. I manifestanti in un tratto ad alcune centinaia di metri a nord del luogo dove è avvenuta la tragedia hanno deposto una corona di fiori sulla spiaggia.
Fra le persone presenti alla manifestazione, Cecilia Strada, figlia di Gino Strada, Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli, e l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Tra gli striscioni portati dai manifestanti uno recita: "Cutro, la strage è di Stato, difendete le persone non i confini".
Sulla spiaggia un momento è stato dedicato anche a una preghiera islamica per le vittime del naufragio. La funzione religiosa è stata preceduta dagli interventi di alcuni migranti, scampati alla morte o parenti di vittime e dispersi. «Siamo fuggiti dall'Afghanistan - hanno detto alcuni di loro - per sfuggire ai talebani». «Vogliamo ripartire - ha detto un altro migrante - con le salme dei nostri cari».
Un grazie ai calabresi e agli italiani per la solidarietà dimostrata, ma critiche alla condotta del governo. C'è stato anche questo nelle parole dei migranti . Secondo alcuni dei profughi, provenienti soprattutto dall'Afghanistan, che hanno parlato con l'assistenza di mediatori culturali, il governo non avrebbe manifestato la dovuta attenzione alla tragedia. «Grazie alle tante persone, fra cui molti bambini venuti oggi qui, ma il primo ministro - ha detto uno di loro - non ha nemmeno avuto il coraggio di venire a portarci le condoglianze. Non ho trovato differenze fra i talebani e il governo attuale in Italia».
Nel corteo c'è anche il sindaco di Melissa Raffaele Falbo i cui concittadini - allora lui non era sindaco - all'alba del 10 gennaio 2019 evitarono la strage di 51 migranti. La barca a vela sulla quale viaggiavano si incagliò a pochi metri dalla spiaggia di località Torre nei pressi di un hotel. Le urla dei migranti svegliarono alcuni residenti che dettero l'allarme. Il sindaco di allora Gino Murgi e diversi cittadini si gettarono in acqua per salvare le persone utilizzando anche l'imbarcazione di salvataggio dell'hotel per portare a riva le sei donne ed i quattro bambini, tra i quali un neonato, che erano a bordo. «Sono qui - ha detto Falbo - in virtù di quel soccorso, per fare capire che le vite in mare si devono salvare, che non si possono chiudere assolutamente le porte e si devono attuare politiche per creare dei corridoi umanitari per salvare queste persone che scappano dalla guerra e dalla disperazione. Loro non hanno assolutamente alcuna responsabilità ma la necessità di scappare dalla loro terra per poter vivere una vita normale».
Strada: «Qui per far sentire la voce della società civile»
«Oggi siamo qui per far sentire alle autorità la voce della società civile»: lo ha detto Cecilia Strada, di Emergency, che sta partecipando alla manifestazione. «Noi abbiamo presentato insieme ad altre associazioni un esposto alla Procura della Repubblica affinché la magistratura faccia luce sui ritardi che hanno provocato la morte di tante persone, ancora non sappiamo quante. Le stiamo provando tutte - aggiunge Strada - per far sì che la politica rinsavisca e torni a basare le proprie scelte sul rispetto della vita umana e la dignità di tutti gli esseri umani non solo quelli che percepiamo vicini a noi».
«Crimini nel Mediterraneo»
«Siamo qui per denunciare i crimini che si consumano nel Mediterraneo. Manca l'assistenza ai familiari, sono stati completamente abbandonati. L'Europa deve garantire viaggi sicuri. Il decreto di cui si discute è l'ennesimo atto di violenza» - hanno i membri della Rete 26 febbraio.
Gribaudo (Pd): «Misure disumane dal Governo»
Presente anche la deputata del Pd Chiara Gribaudo: «Governo continua ad adottare misure disumane, bene l'apertura dei corridori umanitari, la Bossi-Fini va abolita e poi bisogna trattare con l'Europa. Non arrivano proposte serie dal Governo, anzi emerge tutta la disumanità di chi non ha trovato il tempo per andare a omaggiare le vittime».
Le parole di Orrico (M5s)
«Oggi - ha detto la parlamentare pentastellata - era doveroso essere a Steccato di Cutro. Ed i cittadini calabresi hanno dimostrato di essere più avanti di chi li governa. Hanno offerto supporto e sostegno ai superstiti di questa strage e ora chiedono al governo di smetterla con le trovate spot come il Cdm a Cutro dell'altro giorno e di trovare, invece, soluzioni concrete ma, soprattutto, dettate da uno spirito di accoglienza verso chi sfida il mare per una vita migliore. Il senso di umanità non può più venire meno come accaduto il 26 febbraio».
Laghi: «È tempo dell'accoglienza»
Il consigliere regionale Ferdinando Laghi: «È fondamentale esserci per ribadire ancora una volta che è tempo dell'accoglienza e di corridoi umani. Bisogna lavorare per salvare queste persone».
De Magistris: «Basta propaganda»
Anche l'ex sindaco di Napoli De Magistris ha partecipato al corteo. Sul Governo ha detto: «Come si fa a non venire al momento della tragedia, a non stringere un abbraccio a superstiti. Consiglio dei ministro solo una passarella. Credo che la risposta più immediata siano i corridori umanitari, basta propaganda».
Voce: «Governo assente, non ha portato neppure un fiore alle piccole bare»
In testa al corteo anche il sindaco di Crotone Vincenzo Voce: «Dopo la venuta di Piantedosi dopo poche ore dalla strage siamo rimasti soli, abbandonati. Per fortuna un grande presidente della Repubblica ha espresso cordoglio alle vittime e ai familiari. Il Governo non ha portato nemmeno un fiore a quelle piccole bare. L’umanità - ha aggiunto - non ha colorazione politica, non deve averla. Quello che ho visto in questi giorni e ho ascoltato dai familiari delle povere vittime è qualcosa che non pensavo mai di ascoltare».
La croce realizzata con i resti della barca naufragata
La croce realizzata con i resti della barca naufragata apre il corteo. Viene portata a turno dai manifestanti lungo tutto il percorso. Intanto, i giornalisti che in queste due settimane hanno seguito gli sviluppi della vicenda, hanno deciso di partecipare alla manifestazione di oggi indossando un pass che riproduce quello della giornalista afghana Amarkhel Torpekai deceduta nel naufragio.