«La misura cautelare che è stata eseguita oggi ha interessato un'associazione finalizzata al traffico di sostanza stupefacente che ha sostanzialmente monopolizzato il mercato della sostanza stupefacente nell'area crotonese». Esordisce così in conferenza stampa il procuratore facente funzioni di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, che ha esposto i dettagli dell’operazione Grecale, il blitz che questa mattina ha smascherato un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga e ha portato all’arresto di 44 persone .

«È un'organizzazione radicata in quel contesto territoriale ma con canali di approvvigionamento che spaziano dalla Locride per quanto riguarda la cocaina, dalla Piana di Gioia Tauro sempre per quanto riguarda l'approvvigionamento della cocaina, ma anche dell'area pugliese attraverso dei soggetti di nazionalità albanese secondo quello che è un canale tradizionale per le forniture di eroina nel territorio del Crotonese – ha continuato il procuratore -. Accanto a questi canali c'è anche l'attività di coltivazione di sostanza stupefacente che è avvenuta sul territorio appunto, tant'è che sono state sequestrate tre piantagioni di marijuana che erano state impiantate nell'area del Crotonese».

Rinvenuto anche un vero e proprio arsenale di armi che erano a disposizione degli esponenti dell’associazione. Capomolla ha affermato: «È un'organizzazione particolarmente agguerrita che ha evidenziato anche il suo carattere armato perché sono state individuate e sequestrate diverse armi da fuoco nella disponibilità degli esponenti dell'organizzazione criminale. Sostanzialmente era riuscita ad egemonizzare il contesto dell'area crotonese con riferimento al traffico della sostanza stupefacente evidenziando quanto fosse radicata sul territorio esponenti delle organizzazioni criminali storiche del contesto crotonese stesso».

«L'operazione di oggi dimostra quanto sia allarmante appunto il mercato dello stupefacente, quanto sia denso di enormi profitti per quanto riguarda le organizzazioni criminali ma di grandi rischi per quanto riguarda i consumatori – conclude il procuratore di Catanzaro -. Tant'è, che nel corso delle attività di indagini, sono stati registrati anche due decessi, ragionevolmente legati al consumo della sostanza stupefacente il che rende evidente quanto sia importante contrastare ostinatamente questo mercato illegale così foriero di profitti enormi per le organizzazioni criminali». E che costituisce «un elemento inquietante per il tessuto sociale della nostra realtà oltre che per quanto riguarda gli effetti economici e conseguenti in quanto può essere fonte anche di distorsioni del tessuto economico dell'area nella quale insiste l'attività dell'organizzazione criminale».

Nicolì (Sco): episodi violenti per rivendicare il pagamento della droga

Il direttore dello Sco, Vincenzo Nicoli, è intervenuto entrando nel particolare delle indagini: «Gli investigatori della squadra mobile di Crotone sono stati particolarmente efficaci perché hanno abbinato un’intensa attività di intercettazione a una importante attività svolta sul territorio di riscontri. Questo ha consentito anche di documentare non solo le attività di traffico e spaccio di droga ma anche di rinvenire armi, documentare episodi violenti legati al pagamento della droga. Quindi mi piace sottolineare, sebbene mi appartenga un ufficio centrale, quanto queste attività siano in grado di incidere anche sulla serenità, sul vivere sereno in una realtà così complessa come quella di Crotone».

Bitorzoli (Squadra mobile): sequestrate 7 armi e 360 munizioni

Il capo squadra mobile di Crotone Davide Bitorzoli ha fornito qualche numero, quantificando gli stupefacenti e le armi sequestrati: «Nel corso delle attività investigative, come già detto, sono stati numerosi sequestri sia di armi che di droga. Chiaramente sono state sequestrate anche piantagioni di marijuana, ma a diversi chili di sostanza stupefacente del tipo cocaina, eroina e marijuana. Per quanto riguarda le armi, sono state sequestrate almeno 7 armi comuni da sparo e circa 360 munizioni di vario calibro. Questo quindi è dimostrare la forza dell'associazione che si è dimostrata anche attraverso il possesso di armi che all'occorrenza venivano utilizzate anche solo per spaventare o comunque per minacciare possibili contendenti delle piazze di spaccio perché poi si muovevano anche proprio per monopolizzare e per suddividere le piazze della città».