L’Italia non è un Paese per culle. Alla quarta edizione del Convegno nazionale di neonatologia Città di Alarico, la lectio magistralis del professor Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia, evidenzia la costante diminuzione dei nuovi nati nella penisola, passati in poco tempo da 600 mila a meno di 400 mila l’anno. Il dato, destinato a scendere secondo le ultime stime, a quota 385 mila nel 2021, va di pari passo con l’innalzamento dell’età delle primipare.

Il paradosso italiano

«Assistiamo ad un calo continuo delle nascite – ha detto tra l’altro Orfeo - La tendenza mette a rischio il futuro della nostra società. Le donne ritardano sempre di più la prima gravidanza, per cui spesso si fermano ad un solo figlio». Fisiologico l’aumento dei rischi per la salute delle madri e del feto: «Al di là di questo aspetto – ha aggiunto – il problema riguarda la società civile più che la medicina. Peraltro l’Italia è tra i paesi in cui le donne sono meno integrate nel sistema occupazionale. Paradossalmente quindi, lavorano di meno che in altri stati ma ugualmente partoriscono meno che in quelle nazioni dove invece sono pienamente presenti nei circuiti produttivi».

Evento di spessore

La partecipazione del presidente della Società Italiana di Neonatologia sottolinea non solo l’importanza dell’evento, ospitato nella sede dell’Ordine dei Medici di Cosenza e articolato in quattro sessioni tematiche distribuite in due giornate con relatori di altissimo livello, ma esprime anche la considerazione per la qualità dei servizi erogati dal locale presidio ospedaliero dell’Annunziata il cui Dipartimento Materno-Infantile è un punto di riferimento per l’intero Mezzogiorno.

La cura dei prematuri

«Il nostro è diventato un centro di riferimento regionale per tutte le patologie mediche e chirurgiche dei lattanti» afferma Gianfranco Scarpelli, responsabile scientifico del convegno e direttore del Dipartimento Materno-Infantile e della UOC di Neonatologia dell’Ospedale Annunziata di Cosenza. «Siamo specializzati nella cura dei prematuri: negli ultimi mesi abbiamo affrontato diverse sfide con piccoli di 500-600 grammi e che oggi per fortuna hanno superato la fase critica, arrivando ad oltre un chilo e mezzo di peso». La pandemia ha poi indotto a creare delle aree dedicate sia alle donne in gravidanza positive, sia neonati partoriti da pazienti positive da tenere sotto osservazione.

Efficaci contro il Covid

«Abbiamo avuto anche due neonati affetti da Covid con importanti problemi respiratori e che, dopo le opportune terapie, sono stati dimessi in buone condizioni – sottolinea Scarpelli – Importante anche la terapia intensiva neonatale. Abbiamo dodici posti disponibili non sufficienti per coprire i fabbisogni. In prospettiva, anche con i fondi del Pnrr, speriamo di poter operare nuovi investimenti in termini di personale e di attrezzature per erogare servizi sempre più puntuali ed efficienti».

Inverno demografico

Il calo delle nascite, noto anche con il termine Inverno demografico, si ripercuote anche sull’organizzazione dell’assistenza sanitaria «al fine di evitare – ha affermato ancora Gianfranco Scarpelli - che vengano messi in discussione i fondamenti stessi dell’assistenza universalistica. Occorre concentrare la casistica complessa per consentire ai professionisti l’acquisizione di esperienze sufficienti. Infatti adeguati volumi di attività sono il presupposto per buoni risultati clinici. Per cui serve razionalizzare le strutture sanitarie rispettando quelle che sono le soglie minime di intensità e complessità per garantire la massima sicurezza. Solo in questo modo – ha concluso Scarpelli - si riuscirà finalmente a ridurre l’elevata mortalità neonatale ancora esistente nella regione Calabria pur tenendo conto del fatto che, su questi dati incidono le diverse condizioni socio- economiche, tra le regioni del Nord e quelle del Sud».

L’elenco dei relatori

Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia e Direttore della UO di Terapia Intensiva Neonatale del Fatebenefratelli di Roma; Fabio Mosca, past presidente della SIN e direttore della UOC di Neonatologia del Policlinico di Milano; Giovanna Riccipetitoni, direttore della UOC di Chirurgia Pediatrica del San Matteo di Pavia; Piermichele Paolillo, direttore della UOC di Neonatologia del Policlinico Casilino; Eloisa Gitto, direttore della UOC di Patologia e TIN del Policlinico G. Martino di Messina; Carlo Dani, direttore della UOC di Neonatologia e TIN dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze; Maria Luisa Ventura, direttore della UOC di Neonatologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza; Maria Lucente, presidente della SI Calabria e direttore della UOC Neonatologia e TIN del Pugliese Ciacco di Catanzaro; Rino Agostiniani, vicepresidente della Società Italina di Pediatria e direttore dell’ Area Pediatria e Neonatologia dell’Asl Toscana Centro; Fawzi Shweiki, direttore della UOC Chirurgia Pediatrica dell’Annunziata di Cosenza, Francesco Amato, coordinatore del Tavolo tecnico ministeriale sulla Terapia del Dolore e direttore del Dipartimento Oncoematologico e della UOC Terapia del Dolore dell’Annunziata; Luca Maggio, direttore UOC Neonatologia Ospedale San Camillo di Roma; Michele Salata, responsabile delle Cure Palliative Padiatriche del Bambin Gesù di Roma; Paolo Tagliabue, direttore del Dipartimento Materno infantile del San Gerardo di Monza; Francesca Gallini, docente universitaria e responsabile del servizio follow-up del Policlinico Gemelli di Roma; Cinzia Auriti responsabile TIN ospedale Bambin Gesù di Roma.