La comunicazione, secca, perentoria, è di quelle clamorose vista l’entità. Da oggi e «fino a nuove disposizioni» sono stati sospesi i ricoveri delle gestanti, in procinto di partorire nel reparto di Ginecologia e Ostetricia dello spoke di Corigliano Rossano.
Non solo. Sono sospese tutte quelle attività come gli esami cardiotocografici, ovvero il monitoraggio della frequenza cardiaca fetale.
Un dramma, quindi, per tutte le mamme in procinto di mettere al mondo i loro figli al “Guido Compagna” di Corigliano, l’unico punto nascite costiero da Crotone a Policoro.

Le pazienti potranno rivolgersi, è riferito nella comunicazione inviata ai pronto soccorso dello spoke di Corigliano Rossano ed al direttore sanitario del presidio ospedaliero, agli ospedali di Cosenza o Castrovillari, ovvero 90 e 60 chilometri di distanza.
L’esiguità della pianta organica, già ridotta all'osso dopo le recenti quiescenze contemporanee di tre medici, compreso l’ormai ex primario, Gaetano Gigli, la concomitante assenza di altri tre ginecologi, hanno quindi costretto il direttore del reparto facente funzioni, Bruno Tocci, ad assumere il provvedimento.

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Al momento, quindi, la Ginecologia del presidio ospedaliero di Corigliano – reparto in cui nascono circa mille bambini all’anno, dotato di centro di procreazione assistita di primo livello – si poggia solo su quattro medici, compreso lo stesso Tocci che ricopre anche la figura di primario della Ginecologia dell’ospedale di Cetraro e che, dunque, funge da reggente a scavalco.
L’Asp di Cosenza, frattanto, sta provando a risolvere la questione arruolando degli specialisti a contratto, per come confermato dal direttore sanitario aziendale, Martino Rizzo. «C’è da risolvere qualche bega burocratica per poter contrattualizzare alcuni ginecologi che stiamo contattando – ha spiegato Rizzo a LaC News24 – che speriamo di poter superare nel giro di un paio di giorni. Purtroppo il problema del personale è cronico e si è aggravato con la simultanea assenza di tre medici per problemi di salute. Queste carenze non consentono di coprire le emergenze. Per garantire quel genere di attività servono due medici in servizio per turno ma con soli quattro ginecologi è impossibile».