I dipendenti dell'azienda per la mobilità cittadina hanno depositato un esposto in Procura chiedendo di perseguire eventuali reati di truffa ai danni dell'erario. Hanno inoltre denunciato pressioni e «le ripercussioni sul posto di lavoro» subite
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Abbonamenti "farlocchi" per la sosta delle auto sulle strisce blu a pagamento. A denunciarlo è un gruppo di ausiliari del traffico in servizio all'Amc, azienda che gestisce la mobilità a Catanzaro e partecipata del Comune, i quali hanno trasmesso alla Procura della Repubblica un esposto per segnalare il rilascio di pass «falsi, riportanti una durata annuale dietro il pagamento di 41 euro, privi di timbri aziendali, con tanto di numero di targa di diverse autovetture».
Strisce blu, indagine interna
È quel che si legge nel documento, redatto dall'avvocato Raffaele Bruno, e preceduto da una missiva inoltrata il 14 marzo ai vertici dell'Amc, a cui questi ultimi hanno risposto confermando le accuse. «A seguito di una indagine interna» si riconosceva «la presenza di tali abbonamenti farlocchi imputandoli a meri errori materiali effettuati dall'operatore che compilava le schede di stampa». Una risposta che lungi dallo stemperare i toni li ha però infiammati aggiungendo nuove accuse.
I pass
«Alcuni degli utilizzatori - si legge sempre nell'esposto - dei presunti abbonamenti falsi, guarda caso, sembrerebbero risultare la madre del direttore generale e la figlia del comandante dei vigili urbani della città di Catanzaro». Gli ausiliari del traffico denunciano di aver rilevato la presenza di tali abbonamenti nel corso dell'attività di verifica. In una circostanza avrebbero anche provveduto a multare una autovettura in sosta che esponeva l'abbonamento «privo di timbro dell'Amc».
Truffa?
Da qui la richiesta alla Procura della Repubblica di procedere nei confronti dei presunti autori della truffa ai danni dell'erario denunciando inoltre «le ripercussioni sul posto di lavoro» subite dopo la richiesta di chiarimenti avanzata nei confronti del management: «a partire da provvedimenti disciplinari per presunte violazioni ancora da accertare - continuano gli ausiliari del traffico - per passare a presunte minacce di trasferimento presso altri settori aziendali».