«Non traiamo conclusioni che esulano dalle nostre competenze e meno che mai ci arrischiamo sul terreno squallido di facili speculazioni sulle tragedie ma non è possibile tacere sulla notizia di queste ore della morte a Reggio di un giovane per dissezione aortica mentre veniva trasferito d’urgenza al Sant'Anna di Catanzaro, senza ricordare, con infinita amarezza e non solo, che il Centro cuore di Reggio è stato inaugurato venti giorni fa ma non è mai entrato in funzione».


Cardiochirurgia di Reggio chiusa, 37enne muore durante il trasferimento a Catanzaro

 

È quanto dichiara in una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò.  «Non sappiamo se il giovane di 37 anni morto ieri durante il trasferimento in elisoccorso dagli ospedali Riuniti di Reggio a Catanzaro si sarebbe potuto salvare qualora fosse stata già operativa la Cardiochirurgia dell'Azienda dello Stretto inaugurata in pompa magna, il 7 novembre scorso, dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dal governatore Mario Oliverio. Sappiamo però con certezza che non solo il giovane deceduto in eliambulanza ma decine di pazienti con gravi cardiopatie sono costretti dalla provincia di Reggio a trasferirsi a Catanzaro o in altre sedi per interventi ritenuti indispensabili.

 

Non ci si venga a dire, per decenza, che solleviamo un caso che configura una speculazione politica sulla tragedia perchè la vera e peggiore speculazione politica è stata già consumata con l’inaugurazione solenne e fastosa di una struttura sanitaria assolutamente indispensabile e colpevolmente lasciata, invece, chiusa e inutile di fronte alle necessità dell’utenza territoriale.


Capiamo – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – che Oliverio, già ‘lupo della Sila’, ha dovuto piegarsi, ormai ammansito, alle esigenze di un governo Renzi trasformato nelle ultime settimane in macchina propagandistica in vista del referendum. Non si può, però, esagerare e utilizzare persino le strutture sanitarie, specie quelle espressamente destinate a salvare le vite umane, per far campagna referendaria e tentare così di raccattare qualche voto per rendere meno cocente la sconfitta del prossimo 4 dicembre».