Sono stati gli uomini della Protezione civile di base al centro servizi volontariato dei due mari ad onorare stamani la memoria dei marinai russi morti duranti i soccorsi per il terremoto che esattamente 110 anni fa ha distrutto Reggio Calabria e Messina. Oltre 100mila furono le vittime e la ferita per il popolo reggino è ancora aperta. La deposizione di un mazzo di fiori al monumento della villa comunale, però è anche un monito per la cittadinanza nonché sottolinea lo straordinario impegno dei volontari durante questi eventi tragici. Al comune invece, alla presenza del sindaco Giuseppe Falcomatà e del presidente della commissione toponomastica Giuseppe Cantarella, si è svolta la cerimonia per l’installazione di una targa commemorativa in ricordo dei tanti cittadini deceduti a causa del sisma, uno dei più forti di Italia.

 

Le onde dello Stretto arrivarono a toccare gli oltre sei metri di altezza e l’impatto sulle coste fu terrificante. Il risucchio provocò molte vittime, soprattutto tra la popolazione che aveva cercato riparo sulla spiaggia per proteggersi dai crolli degli edifici. Le località del reggino più colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico mentre Briga, Paradiso, Sant’Alessio e fino a Riposto quelle siciliane. A Reggio andarono distrutti diversi edifici pubblici. Caserme e ospedali subirono gravi danni: 600 le vittime del 22º fanteria dislocate nella caserma Mezzacapo, all'Ospedale civile su 230 malati ricoverati se ne salvarono solo 29. A Palmi la scossa fu altrettanto catastrofica, causando circa 700 morti e un migliaio di feriti. Il centro abitato era composto da 2221 case (molte delle quali con pessimi sistemi di costruzione) delle quali 445 crollarono, 1189 restarono gravemente danneggiate e in 387 si ebbero danni lievi. Andarono distrutte inoltre la chiesa di San Rocco e il Duomo.