VIDEO | Il 26enne portavoce della Regione Toscana e Alfiere della Repubblica ha inaugurato la quinta edizione della kermesse culturale: «Dobbiamo essere noi il cambiamento che chiediamo»
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Si è alzato questa mattina il sipario sulla quinta edizione del Festival delle arti a Vibo Valentia, kermesse culturale organizzata dai licei classico e artistico di Vibo. Quattro giornate all’insegna del cinema e del teatro, della letteratura ma anche della scienza e della legalità, con diversi autorevoli ospiti pronti a confrontarsi con gli studenti sulle varie tematiche. A inaugurare questa edizione dal titolo “Mediterraneo da scoprire” è stato l’incontro con Bernard Dika, 26enne portavoce del presidente delle Regione Toscana, coordinatore del progetto Giovanisì e nominato, nel 2016, Alfiere della Repubblica dal presidente Mattarella.
Immigrazione, cambiamento climatico, politica estera e divario tra Nord e Sud tra le questioni affrontate da Bernard nel suo appassionato discorso ai giovani vibonesi all’interno dell’auditorium del liceo Morelli. «Io dalla Toscana vengo spesso in Calabria perché voglio che si sappia che anche un toscano fa parte di quella battaglia di chi chiede giustizia per il Sud ed è incredibile che, ancora nel 2024, questo sia un tema attuale perché in questi decenni non siamo stati in grado di ricucire un paese e di permettere ai giovani del Sud di avere le stesse opportunità che noi giovani al Centro Nord Italia abbiamo» ha spiegato Bernard ai nostri microfoni.
«Pensate agli asili nido, non solo alle scuole e alle università, pensate al tema della sanità, dei posti del lavoro, ma anche delle infrastrutture, dei trasporti - ha aggiunto -. Ecco, è ingiusto che i giovani calabresi siano costretti all'indomani del diploma di maturità a dover per forza, quasi sempre, andare a Milano, a Firenze, a Bologna o a Torino. Vorrei vivere in un paese in cui un giovane calabrese è libero di andare a Milano perché magari ci sono delle università che sull'economia sono più brave e un giovane fiorentino viene in Calabria perché sull'archeologia o sulla storia greca l'università è la migliore d'Italia».
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