Appuntamento all’istituto comprensivo "Radice Alighieri" di Catona per il percorso simbolo di riscatto e impegno civile. Il collaboratore di giustizia ai ragazzi: «Potete cambiare il vostro destino»
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Dalla legge regionale in Calabria alle scuole italiane ed europee: il percorso di «Liberi di Scegliere», simbolo di riscatto e impegno civile, è passato anche dall'Istituto Comprensivo «Radice-Alighieri» di Catona. Un evento di grande rilevanza nel plesso dell'ex Ciapi, capace di coniugare educazione e legalità in una cornice di profondo impegno civile, promosso dall'Associazione Culturale Bene Sociale (Biesse), che ha coinvolto studenti, docenti e figure istituzionali di spicco, tra cui il giudice Roberto Di Bella, collegato da Catania.
L'importanza cruciale della scuola come terreno fertile per coltivare una cultura della legalità è il cuore dell'iniziativa voluta da Bruna Siviglia, presidente nazionale e fondatrice di Biesse, che ha descritto ai nostri microfoni l'essenza del progetto, sottolineandone la crescita e l'impatto. «In sei anni, "Liberi di Scegliere" ha raggiunto innumerevoli scuole, costruendo un ponte unico tra Nord e Sud. Attraverso il film e il libro omonimi, il progetto si è trasformato in un efficace strumento educativo, mostrando ai giovani che un futuro lontano dalle logiche criminali è possibile». La legge regionale calabrese del giugno 2023, che ha istituzionalizzato il progetto, ne rafforza la portata simbolica e operativa, rendendolo un modello di riferimento nazionale. L'accordo di Biesse con la Regione Siciliana e l'Ufficio Scolastico Regionale testimonia l'impegno condiviso per amplificare l'iniziativa.
L'Istituto Comprensivo «Radice-Alighieri» si distingue per il suo ruolo attivo nella promozione della cultura della legalità, non ne ha dubbi la dirigente scolastica Simona Sapone. «Il messaggio essenziale - ha affermato - è che non esistono destini immutabili. Se si offrono alternative concrete, i giovani possono scegliere un futuro diverso, guidati dalla consapevolezza di compiere scelte giuste». Attraverso l'adozione del libro «Liberi di Scegliere» come strumento didattico, la scuola ha consolidato il proprio impegno nella diffusione di valori di giustizia e responsabilità.
Tra gli interventi più significativi, Elisa Mottola, psicologa e psicoterapeuta, ha messo in luce il ruolo cruciale delle famiglie, con particolare attenzione alle madri: «La prevenzione nasce dalla consapevolezza. Le madri, spesso vittime di situazioni oppressive, devono diventare il primo anello di cambiamento per interrompere la trasmissione di modelli criminali». La testimonianza di Luigi Bonaventura, collaboratore di giustizia e «bambino soldato», ha poi offerto agli studenti un racconto diretto e potente: «Oggi avete la possibilità di scegliere. Io non l’ho avuta, ma voi potete cambiare il vostro destino senza rinnegare le vostre radici, ma distanziandovi da un sistema che porta solo dolore».
Collegato da Catania, il giudice Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, ha offerto un contributo profondo e illuminante. Le sue parole hanno ribadito che la criminalità non è un destino ineluttabile, ma una condizione da cui è possibile emanciparsi con il giusto sostegno.
Il successo di «Liberi di Scegliere» ha varcato i confini italiani, trovando spazio anche nei licei di Stoccarda, in Germania, dove il libro è stato inserito nei programmi scolastici e adottato come testo per gli esami di maturità. Un risultato che testimonia la forza universale di un'iniziativa capace di ispirare un cambiamento culturale significativo. Un potente richiamo alla responsabilità collettiva di educare i giovani alla legalità, offrendo loro strumenti per scegliere un percorso di vita alternativo alla criminalità.