Ho avuto modo già di scrivere su Giuseppe Mangialavori, il giovane senatore forzista vibonese, il quale ha inanellato una serie di successi nel suo territorio tali da metterlo in luce sul panorama regionale e nazionale del campo azzurro. Gli ultimi mesi poi, sono stati una sorta di marcia trionfale, dalle politiche alle provinciali fino alla conquista della perla del Tirreno, Tropea, dove alle ultime comunali ha trionfato il Sindaco da lui fortemente sostenuto.


Ho scritto e ribadisco che, Mangialavori, ormai potrebbe essere proiettato ben oltre i confini del territorio vibonese, e la frammentazione del centrodestra calabrese potrebbe collocarlo al centro di un crocevia nel quale potrebbe inevitabilmente essere un punto di sintesi. D’altronde, ha l’esperienza ma, anche, quel sufficiente grado di freschezza per rappresentare quel rinnovamento necessario alla ripresa del centrodestra calabrese. Nel territorio vibonese, tra l’altro, si sta muovendo con intelligenza tattica, diventando punto di riferimento anche per quelle frange del Pd in aperto dissenso con la linea ufficiale del partito e del Governatore. Il tutto senza per questo apparire come il legittimatore di operazioni di spregiudicato trasformismo.


Tutto era cominciato con il comune di Vibo Valentia, riconquistato dal centrodestra rimettendo in pista Elio Costa, l’ex Procuratore della Città, il quale, nella precedente esperienza sindacale, era stato sfiduciato. Tuttavia, come spesso avviene in politica, non tutte le ciambelle riescono con il buco e, proprio l’amministrazione cittadina di Vibo Valentia, in questo momento sta creando qualche grana al percorso di radicamento del centrodestra avviato dal giovane medico vibonese. Elio Costa, infatti, sul piano amministrativo e politico si è rivelato un disastro, complice anche la scarsa propensione all’ascolto e al gioco di squadra del vecchio Magistrato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.


Gestione pessima finanche dell’ordinario. Potere quasi esclusivamente in mano agli unici due dirigenti del comune. Con il risultato che la maggioranza della maggioranza del Sindaco, ormai, è passata armi e bagagli con l’opposizione. Da tempo e da più parti, a questo punto, si invoca la cacciata del primo cittadino. Comunicati stampa a go go, consigli deserti e, tuttavia, nonostante ciò, Elio Costa rimane in sella, eppure l’opposizione avrebbe i numeri per una mozione di sfiducia. Una situazione, dunque, difficilmente comprensibile per l’opinione pubblica. I ben informati sostengono però, che molti degli oppositori a Costa sono attaccati alla sella, forse più dello stesso Sindaco, e soprattutto sarebbero attaccati all’indennità che, seppur modesta, rappresenta una buona integrazione al reddito. Voci malevole certamente ma, forse, considerato il livello della politica contemporanea, potrebbe essere un’ipotesi non del tutto campata in aria.


Giovanni Russo, capogruppo del Pd in consiglio comunale, per stanare i furbetti del quartiere, presenta una mozione di sfiducia e chiama alla firma il resto dell’opposizione. Passano i giorni ma non succede niente, anzi, Stefano Luciano, leader della lista Vibo Unica che controlla la maggioranza dei consiglieri dissidenti e, sulla carta, oppositore del Sindaco, addirittura arriva ad attaccare Russo, accusandolo di bluffare. In questo marasma da giocatori di tre carte in fiera, Giuseppe Mangialavori, invece, fa quello che compete ad un serio dirigente politico e leader di quell’area politica che ha espresso l’amministrazione cittadina: chiede agli assessori forzisti di rimettere le deleghe nelle mani del Sindaco, e aprire la discussione per un rimpasto politico. Un passaggio politico quasi doveroso. Tuttavia non trova sponda né nel Sindaco, il quale, diciamolo francamente, sta alla politica come il cacio sui maccheroni, né trova altri interlocutori politici su questa strada.


A questo punto un’opposizione seria, avrebbe dovuto andar dritta al sodo e sfiduciare il Sindaco. Ma il capogruppo di Vibo Unica, Luciano, invece di precipitarsi a staccare la spina all’amministrazione che a parole combatte da mesi, prende ancora tempo, e chiede a Mangialavori di farlo. Insomma, i pupi continuano a ballare in un teatrino che ha del surreale. In sostanza, chi avrebbe i numeri per prendere l’iniziativa politica chiede agli altri di farlo. Paradosso di una politica inconsistente. Una commedia. Per chi sa leggere la politica, invece, il quadro è abbastanza chiaro. Il senatore Mangialavori, ancora una volta, ha giocato le sue mosse con serietà, spendendo le carte giuste in una partita nella quale i giocatori avversari si rivelano giorno dopo giorno sempre più inconcludenti.


È evidente però che, se a dettare l’agenda sarà lui, dopo che avrà esaurito tutti i passaggi che gli impone il ruolo di leader del centrodestra, e, soprattutto, se il Sindaco non gli darà prova di voler varare una Giunta di alto spessore politico di fine legislatura e le opposizioni continueranno ad abbaiare alla luna dimostrando la loro inconsistenza politica, non è da escludere che possa essere lo stesso senatore forzista a staccare definitivamente la spina, mandando a casa Sindaco e opposizione. E tuttavia, a Mangialavori toccherà inevitabilmente pensare al futuro. Il futuro però, non potrà che passare dallo sgombero di fanfaroni, pupi, pupari e furbetti che hanno ridotto la politica vibonese in una fiera. Mettere in campo una generazione di amministratori bravi e che non abbiano le sembianze e i volti dei mercanti di questa squallida fiera, diventerà un imperativo categorico per coloro che hanno a cuore il destino della città e della politica.

Pa.Mo.