Toh, alla fine i cinesi sono sbarcati in Calabria. Di quali cinesi  si parla vi chiederete? Semplice, di quelli della Missione Calabria in China, la missione organizzata da Fincalabra per conto della Regione e che aveva guidato un gruppo di imprenditori calabresi della filiera agroalimentare in un viaggio a Pechino che aveva  l’obiettivo di intraprendere rapporti commerciali sul mercato cinese. Una missione ben riuscita, documentata dallo scrivente come inviato di LaC per conto della Pubbliemme, la quale, dopo aver vinto una regolare gara, si era occupata della logistica, della promozione e dell’organizzazione della Missione. La Missione dopo la visita in Cina aveva in programma anche un’operazione di incoming, cioè la visita degli importatori cinesi nelle aziende calabresi conosciute a Pechino. L’incoming, secondo i piani della Missione, doveva avvenire entro un anno. Invece, i cinesi, a poco più di un mese dal viaggio di Pechino, hanno ritenuto di accelerare la loro visita. Evidentemente hanno ritenuto che i rapporti commerciali intrapresi in Cina valessero la pena di essere concretizzati il prima possibile. I cinesi, dunque, a proprie spese, assistiti e guidati in questo viaggio da alcuni privati, sono sbarcati all’aeroporto di Lamezia e hanno iniziato il loro tour nelle aziende per conoscerne il ciclo produttivo ed eventualmente contrattualizzare il loro rapporto commerciale.

 

Vi chiederete che fine hanno fatto Fincalabra e la Regione Calabria? Semplicemente sono spariti.  Messi in fuga dai tentativi di creare lo scandalo attraverso qualche quotidiano nazionale e locale. Capitolati di fronte alle urla di qualche “strillone” televisivo che accusava i protagonisti di quella Missione di chissà quale insano patto con il potere. E’ inutile nasconderlo, l’arrivo dei cinesi ci riempie di gioia per la grande opportunità che si apre per alcune  aziende che rappresentano eccellenze della nostra regione, allo stesso tempo, non possiamo non esprimere la nostra amarezza nel constatare la debolezza delle istituzioni regionali calabresi di fronte a campagne mediatiche completamente fasulle e dettate da motivi indicibili ma abbastanza influenti da mettere in fuga le istituzioni di fronte alla responsabilità di fare delle scelte. La Missione in Cina, dunque, è riuscita. A provarlo non sono più solo i nostri servizi realizzati a Pechino, le nostre interviste agli imprenditori calabresi, i servizi della televisione di Stato cinese che abbiamo diffuso e messo in onda. A provarlo, oggi, è semplicemente l’arrivo degli importatori di Pechino, tra l’altro, il primo turno degli arrivi, nei prossimi mesi, infatti, ce ne saranno altri, secondo un cronoprogramma  già pianificato, il tutto, grazie a quella Missione. Siamo soddisfatti per aver tappato la bocca a chi parlava di mancata consegna dei prodotti, a chi blaterava attraverso pacchiani e inconcludenti show televisivi, a chi sussurrava nei corridoi della Giunta regionale di chissà quale imbroglio consumato nella terra dei Mandarini, con il solo obiettivo di seminare sospetti, di infangare procedure cristalline di liquidare temibili concorrenti. Siamo delusi perché, all’aeroporto di Lamezia, a ricevere gli imprenditori cinesi avevamo ipotizzato ci potessero essere le autorità regionali, per celebrare un momento che potesse rappresentare un successo delle istituzioni nel politica di supporto alle imprese calabresi, invece, le autorità regionali hanno preferito perdere questa occasione. Pazienza. Oggi la delegazione cinese ha visitato anche l’azienda di Pippo Callipo, un eccellente imprenditore calabrese, il quale, nella campagna di criminalizzazione mediatica messa in atto contro la Missione Calabria in China era stato indotto ad un errore di valutazione. E anche questa,  è una buona notizia.  


Pasquale Motta