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Il processo è cominciato contestualmente al triplice fischio di Mateo Lahoz, arbitro spagnolo che ha diretto la partita che ha portato l'Italia all'esclusione dei mondiali in Russia a vantaggio della Svezia. La nazione quattro volte campione del mondo è fuori dal Mondiale. Un'altra volta era successo, storia in parte sbiadita dal tempo: 1958. E sul banco degli imputati è finito il ct Ventura, inadeguato al ruolo; in parte i calciatori o una parte di essi; ma soprattutto Carlo Tavecchio e assieme a lui la Figc e tutto il sistema calcio. Già, il sistema. Ma di quale sistema parliamo? Quello politico? Decisamente, sì. Quello economico? Anche, visto che i contabili di via Allegri hanno già fatto trapelare la perdita ultra milionaria che costerà questa eliminazione. Quello tecnico? Sì, soprattutto quello tecnico. E qui il discorso è lungo: bisogna partire da lontano, perché il calcio italiano oggi rispecchia quello che Tavecchio ha seminato in un ambiente, quello del calcio appunto, dove ha messo piede nel 1987 in qualità di consigliere del Comitato regionale Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti di cui diventa presidente nel 1999. Una vita.
In queste ore si parla di un calcio da rifondare partendo dal settore giovanile, dalle scuole calcio: non c'è addetto ai lavori che non abbia puntato l'indice contro i nuovi “maestri” della tattica, i quali hanno imprigionato la fantasia da sacrificare al risultato. L'obiettivo è vincere. Da subito. Dai Primi calci, categoria che rappresenta il primo approccio verso i sogni del mondo dorato del pallone. Genitori drogati dalla voglia di vedere nel proprio figlio le gesta del nuovo Cristiano Ronaldo, Messi o Ibrahimovic. Ma prima della tattica, però, c'è il business. I soldi. Ma vi siete mai chiesti quante migliaia e migliaia di euro in nero girano attorno a una scuola calcio? Voi che mandate i vostri figli a coltivare un sogno, invece che farli giocare per divertirsi e socializzare, provate a moltiplicare la vostra retta per tutti quelli che vedete sui vari campi di calcio. E cosa dire di quei venditori di fumo (si spacciano per agenti/procuratori) che spillano centinaia e centinaia di euro promettendo provini in club blasonati illudendo tanti genitori prima ancora che un fanciullo. Provate a vivere tutto quello che ruota attorno al calcio giovanile.
Il mondo del calcio non è soltanto il professionismo
C'è un bacino, molto più ampio, che è l'universo dei dilettanti. Proprio quello dove Tavecchio ha fatto tanta gavetta prima di allearsi con i Lotito di turno per gestire la Federazione sportiva più importante. E vi siete mai chiesti cosa succede nel mondo dei dilettanti? Anche qui finisce in primo piano il Dio denaro. Quanti sono i club che interpretano il dilettantismo puro? Prendete la Serie D: girano ancora oggi ingaggi da far venire il mal di testa. Quasi tutti in nero. Sì, avete capito bene: nero. Quello che in altri ambienti di lavoro definiscono sommerso. Il calcio dilettantistico rimane la culla del sommerso. Sapete che ci sono calciatori che nel campionato di Eccellenza sono arrivati a percepire ingaggi di circa 50mila euro? E li chiamano dilettanti. E tutti sanno ma si guardano bene dal denunciare. Perché il calcio a volte somiglia alla politica: una fabbrica di voti. Perché denunciare una società se poi i dirigenti delegati sono quelli che garantiscono il loro voto alle assemblee elettive per eleggere i nuovi vertici? Tutti sanno, tutti tacciono.
Nella Lnd di Tavecchio c'erano club che per vincere i campionati di Serie D spendevano milioni di euro. Budget sproporzionati che, di conseguenza, portavano a contabilità tarocche. E il bello è che nel mondo dei dilettanti ci sono figure molto ricercate, proprio perché capaci di studiare le strategie giuste per alterare i conti. Si racconta che anni fa per “garantire” i soldi a un tesserato, i dirigenti firmavano assegni personali che puntualmente poi risultavano scoperti. Ma gli esperti del tarocco le escogitavano tutte: ci sono stati casi in cui sono stati firmati assegni da 10 euro, invece che 10.000 con vicende finite anche in tribunale ma abilmente “nascoste” da quella parte di giustizia a servizio dei poteri deviati. Il calcio è malato, ma non da oggi. Un malessere che arriva da molto lontano e che ha portato a gestire alcuni club grazie a giochi finanziari poco chiari. A classifiche stravolte dalle penalizzazioni prima ancora che le partite si giochino. A club che vengono esclusi a campionati appena cominciati. Il calcio di Tavecchio è anche questo. L'Italia fuori dal Mondiale è uno scandalo, una sconfitta sportiva. Ma è anche l'atto conclusivo di un terremoto che potrebbe riservare ancora cattive sorprese. Appena sarà più chiara la questione legata alla fideiussione tarocca con la quale lo stesso Tavecchio e tutta la Figc fecero iscrivere il Modena al campionato di Serie C.