Per il momento testa bassa e pedalare. L’ordine arrivato da Roma è chiaro: concentrarsi sui ballottaggi di Crotone e Rossano e cercare di limitare i danni. In quel momento si partirà con la riorganizzazione. Ed, ovviamente, il risultato che il Pd saprà ottenere nei due centri sarà determinante per le valutazione finali del premier Renzi e dei suoi luogotenenti che si sono già detti delusi per l’andamento del voto. Proprio per quel che attiene la Calabria, inoltre, non sono passati inosservate le performance della lista Pd a Cosenza, dove è stato ottenuto il risultato peggiore d’Italia. Un’enormità, considerato che il capoluogo bruzio è considerato da sempre roccaforte del centrosinistra ed è la Provincia che esprime il governatore Oliverio. Una situazione ideale all’apparenza che aveva spinto Renzi a dare il via libera anche alla candidatura di un suo uomo fidato come Lucio Presta, poi ritiratosi a poche settimane dal voto.


Ad aggravare la situazione la debolezza in cui versava e versa il centrodestra calabrese. Per i dirigenti democrat è inspiegabile un successo così forte di Occhiuto, sindaco uscente che era stato defenestrato con una vera e propria congiura di palazzo prima della scadenza naturale del suo mandato. Troppi errori dunque per evitare un analisi serie di quanto avvenuto e provare una riorganizzazione.


Per il momento, però, attenzione massima ai ballottaggi ai quali Renzi vuole l’impegno massimo dei suoi per ottenere i risultati migliori possibili.


Due punti fermi si cominciano però ad immaginare. Il primo riguarda proprio il capoluogo bruzio. La sconfitta è troppo grave per non avere conseguenze. Da Roma si stanno operando gli opportuni confronti, ma la possibilità di un commissariamento della federazione è assai elevato. Tra i nomi attualmente in circolo per i papabili quelli di Ferdinando Aiello e Stefania Covello. Il primo era già stato indicato da Magorno prima della scelta dei candidati sindaco ed era stato brutalmente stoppato dalla segreteria provinciale. Proprio questo elemento viene considerato a favore del segretario regionale che dovrebbe comunque conservare la sua leadership, seppure con qualche innesto giovane nella segreteria (il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà ad esempio).


Secondo punto: la giunta regionale. La sconfitta di Cosenza, provincia di Mario Oliverio, interroga anche l’operato del governo regionale e si comincia a fare largo l’idea che aver spazzato via la politica da palazzo Alemanni possa non essere stata un’idea vincente. Il passaggio, ovviamente, non sarà immediato ma un mini rimpasto potrebbe essere all’orizzonte. E chissà che l’impegno profuso da Guccione non possa essere ricompensato anche per questa via. Del resto lo stesso candidato del Pd ha sottolineato dopo la sconfitta i tanti errori commessi dal Pd e annunciato dichiarazioni ulteriori dopo i ballottaggi. Proprio lui era stato, qualche mese fa, a porre la questione del rapporto tra giunta dei tecnici e Consiglio durante un’agitatissima riunione dei consiglieri regionali del Pd. Non mancheranno insomma gli argomenti di discussione per i democrat di Calabria che stanno attivando tutti i propri contatti romani per prepararsi al meglio alla prevedibile bufera.


Riccardo Tripepi