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A distanza di due giorni dal famigerato baciamano del boss Giorgi, mi preme fare qualche considerazione, nonostante mi fossi imposto il silenzio per le tante amenità lette ed ascoltate.
Intanto l'unico punto saldo: Il baciamano si poteva e doveva evitare? Sì, si poteva e doveva evitare.
Fatta questa doverosa premessa, che ci dice come sia certamente un errore "materiale" permettere ad un uomo del calibro di Giorgi di ricevere "l'affetto" di persone estranee, mi pongo - e vi pongo - alcuni quesiti. Ma secondo voi, uno che rimane latitante per 23 anni, come può farlo, se non grazie ad una rete fitta, impenetrabile, di connivenze che riguardano soprattutto le persone a lui fisicamente vicine? Cioè, vi scandalizzate per un baciamano, ma nulla dite circa tutti quelli - dentro e fuori lo Stato - che hanno consentito a questo tizio di restare impunito per cinque lustri?
Ve lo dico francamente: a me, quel gesto non ha sorpreso più di tanto. Lo ritengo inaccettabile, scandaloso, per certi versi ridicolo. Al pari di molti altri. Ma non mi ha sorpreso. Resiste, in quel terribile olezzo che è la sub-cultura mafiosa, l'idolatria del boss. Se ci meravigliamo di questo, allora della 'ndrangheta abbiamo capito poco.
L'operazione "Il Crimine" - che è ormai storia giudiziaria - ci ha consegnato orde di "malati di 'nnacamento mafioso", alle prese con rituali, santini da bruciare e quant'altro. Era solo il 2010. Pensate che dentro quel recinto sia davvero cambiato qualcosa? Sinceramente non lo credo.
Arriviamo ai carabinieri. In premessa ho detto con chiarezza che, aver permesso quel contatto, è da considerarsi un errore "materiale". Che significa? Semplicemente che il contatto, teoricamente, doveva essere impedito. Con chiunque, fuori dalla porta di casa. Ci sono però molteplici fattori che tanti, tantissimi non considerano. Inutile elencarli tutti. Ci ha già pensato il procuratore Cafiero de Raho. Mettiamola così: questa volta De André si è sbagliato. Lui che cantava come "il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri", dovrà ricredersi. Ci sono anche carabinieri capaci di un gesto di umanità. Hanno commesso un errore? Forse. Di certo è uno di quegli errori che i cultori del diritto chiamerebbero "scusabile".
Ma - e qui arrivo al nodo centrale - vogliamo per un attimo soppesare da una parte tutto il lavoro svolto in questi anni dagli stessi uomini in divisa e dall'altra cinque secondi di "ammorbidimento"?
Mi rivolgo soprattutto ai reggini ed ai calabresi (gli altri hanno anche il diritto di essere ignoranti al riguardo): le avete guardate le facce dei militari presenti? Io le conosco, quasi una per una, e sono le stesse facce che da qualche anno a questa parte hanno permesso all'intera provincia di Reggio Calabria di respirare aria più pulita. Ignorarlo significa essere in malafede. Dimenticarlo, forse, è anche peggio. Insomma, mi pare chiaro loro da che parte stiano.
Ribalto la domanda: e voi, grandi leoni da tastiera, seduti su comode poltrone, magari acquistate in centri commerciali gestiti dalla 'ndrangheta, da che parte state? Non pensate che se oggi, a San Luca, può ancora accadere una cosa simile è anche colpa nostra? Di noi tutti? Io sinceramente penso proprio di sì. Perché siamo noi i primi a non crederci davvero. Siamo i primi a fare un "baciamano" quotidiano e figurato, spesso senza nemmeno rendercene conto.
Lo facciamo tutte le volte che scegliamo di farci i fatti nostri, tutte le volte che non badiamo a come e dove spendiamo i nostri soldi, rimpinguando quelle casse alimentate col sangue d'innocenti. Lo facciamo tutte le volte che cerchiamo comode scorciatoie per risolvere i problemi quotidiani. Tutto questo mi fa ribrezzo tanto quanto un baciamano.
Ho girato molto, in questi giorni, per le vie della città di Reggio Calabria. Ho riscontrato ancora un'omertà pazzesca. E sapete cosa mi rattrista di più? La differenza fra giovani e anziani. Questi ultimi non parlano spesso per paura. I più giovani per indifferenza. Non gliene importa nulla.
E se alla domanda "cosa possiamo fare noi per evitare che un baciamano accada di nuovo" rispondiamo con un laconico "nulla", allora, proprio in quel momento, non saremo così diversi da quell'uomo che stava dall'altra parte della ringhiera di casa Giorgi. Con la differenza che lui lo ha fatto per manifesta stupidità, credendo in disvalori mortali. Noi, pur non baciando quelle mani fisicamente, lo faremmo nel permettere a gente così, di resistere salda e forte, convinta che "mai nulla cambierà".
Piuttosto che fare i tifosi, allora, iniziamo a pensare con coscienza e mettiamo insieme i pezzi: fin quando delegheremo a forze dell'ordine e magistratura il solo compito di vincere questa sfida, statene certi, perderemo miseramente.
Un'ultima considerazione, brevissima: ho notato un attacco esagerato, quasi chirurgico, da parte di alcuni contro carabinieri e Procura. Voglio solo sperare che non ci si trovi di fronte davanti alla classica occasione d'oro, all'onda da cavalcare per ben altre ragioni che nulla hanno a che vedere con l'amore verso la Calabria e l'odio verso la 'ndrangheta.
Consolato Minniti