Si serrano i ranghi e si aspetta l’esito delle urne. Il risultato delle prossime amministrative sarà una vera e propria cartina di tornasole per le forze politiche.


In Calabria le partite più importanti si giocano a Cosenza e Crotone.


In entrambe le città abbiamo assistito ad una campagna elettorale tormentata fin dal momento della scelta dei candidati. A Cosenza, a complicare il quadro, ci sono stati poi lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale, il giallo sulla candidatura di Lucio Presta, la rottura Ncd-Pd nonostante la discesa in campo di Guccione, l’alleanza democrat con Verdini e una serie di veleni infinita. Da ultimo la questione relativa alle tasse di Occhiuto e alle indagini sulle deleghe per ritirare in modo illegittimo tessere elettorali.


Il centrodestra, capitanato da Jole Santelli, non si è mai scomposto. Ha puntato forte su Occhiuto nonostante le diverse defezioni e la perdita di pezzi consistente della vecchia maggioranza. Non solo. Jole Santelli, di concerto con i desiderata dei fratelli Occhiuto, non ha schierato il simbolo di Forza Italia. Uno degli elementi che, a suo tempo, fecero imbufalire i Morrone poi passati al centrosinistra.


Una scelta che è stata ripetuta a Crotone dove non sono mancati i dissapori soprattutto con il gruppo che fa capo all’ex consigliere regionale Salvatore Pacenza.


Una scelta che non è stata seguita nel resto d’Italia. Ad esempio a Napoli e Milano, oltre ad essere presente il simbolo a guidare le liste azzurre sono scese in campo le coordinatrice regionali Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini. Città più grandi e impegni diversi si dirà, ma è chiaro che le urne misureranno la bontà di alcune decisioni.


Lo sa bene Jole Santelli che ieri ha arringato i suoi con un ultimo appello. “La campagna elettorale che si chiude oggi a Cosenza ha visto distillare veleni da una precisa parte politica. Mentre noi illustravamo proposte, dall'altra parte si seminavano calunnie. La scelta del sindaco è quella più immediata per i cittadini. Si sceglie non per collocazioni politiche ma unicamente per stabilire chi possa amministrare meglio una città . Chiunque ami Cosenza non può che scegliere il progetto civico di Occhiuto, la sua capacità  di amministrare, l'orgoglio che ha restituito a una comunità stanca di congiure e di lotte intestine. Dopo le elezioni il sindaco Occhiuto saprò riportare quell'armonia che è degna della città e che poche persone hanno messo a rischio. Cosenza non tornerà  indietro".


La coordinatrice azzurra sa che sia a Cosenza che a Crotone il primo turno sarà decisivo. Pur prescindendo dal valore dei candidati del centrosinistra, sia nel Comune bruzio che nel centro pitagorico i ballottaggi sembrano favorire il centrosinistra. Guccione e Barbieri, infatti, arrivando al secondo turno potrebbero contare, quasi certamente, del sostegno del gruppo di Paolini e di Ncd e del gruppo che fa capo alla famiglia Sculco.


In molti tra gli azzurri hanno poi notato che sono mancati all’appello i big del partito, compreso quel Silvio Berlusconi che pure aveva promesso una visita calabrese qualche tempo fa. Il gruppo dei dissidenti interni, insomma, sembra aspettare al varco Jole Santelli che alle urne vedrà messa alla prova la sua leadership.


Diversa la situazione in casa Pd dove l’avvicinamento di Oliverio alle posizioni renziane anche sul referendum pare aver ricompattato il fronte.  Anche su Cosenza l’abbandono di Presta e l’impegno di Guccione sembrano avere pacificato lo schieramento. Detto che i risultati saranno fondamentali e a Cosenza, dove Oliverio ha il suo principale bacino di voti, il responso delle urne potrebbe dare anche qualche indicazioni relativa al gradimento dei cittadini rispetto al governo regionale. Il segretario Magorno, stavolta, pare giocarsi una partita decisamente più tranquilla rispetto al recente passato.


Riccardo Tripepi