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- “Amo la vita, dono di Dio. Amo la vita, seppur nella sofferenza, nella Santa Croce di Gesù”.
È un amore grande quello di Maria Assunta, una donna di 47 anni nata con una tetraparesi spastica distonica che le ha provocato un gravissimo disturbo motorio.
Maria Assunta nasce il 31 luglio del 1969. La malattia la accompagna sin dal primo istante della sua vita e la costringe su una carrozzina 24 ore su 24. La sua è una sofferenza grande che ha fatto però maturare nel suo cuore una consapevolezza: “La sofferenza è salvezza per l’anima. Bisogna lottare con molta forza e nella preghiera”, come lei stessa ha affermato.
I genitori, Vittoria e Salvatore, hanno sempre cercato di alleggerire il suo giogo seppur neanche per loro è stato semplice. “Quando è nata nostra figlia paura e sconforto non sono mancati. Non sapevamo cosa ci aspettasse, pensavamo di non farcela, però volevamo darle il massimo. Amarla e aiutarla a realizzare se stessa seppur nell’infermità” ha dichiarato mamma Vittoria.
All’età di tre anni la piccola è stata iscritta all’asilo di Cusano Milanino dove abitava la famiglia Frustagli.
Man mano che cresceva la piccola partecipava a diverse attività e “lo faceva sempre con il sorriso. Il suo sguardo era gioioso. Non era mai giù di morale. Ha sempre amato la vita nonostante la grande sofferenza fisica”, ha affermato papà Salvatore.
Tutti le volevano bene e fu ben accolta sin dal primo momento, come attestano i genitori.
“Voglio raccontarvi un episodio di quegli anni milanesi che rappresenterà un importante svolta per la vita della nostra bambina”, ha affermato mamma Vittoria.
“Maria Assunta aveva già dieci anni e un giorno con mio marito decidemmo di recarci al centro di Neuroriabilitazione Bosisio Parini di Lecco. In quell’occasione venne a far visita all’istituto il cardinale Carlo Maria Martini. Salutò affettuosamente nostra figlia e le fece dono di un casco che le permetterà ben presto di scrivere e non solo”.
Maria Assunta inizierà a comporre riflessioni, poesie e a realizzare disegni molto rappresentativi. “Quanto accaduto in quel giorno lo considero un dono gratuito di Dio perché ha permesso a nostra figlia di scoprire e mettere a frutto i suoi talenti”, ha dichiarato papà Salvatore. Gli anni trascorrevano e al compimento del tredicesimo anno di Maria Assunta, era il 1982, la famiglia Frustagli decide di trasferirsi in Calabria, a Davoli Marina, loro terra natìa.
“Quando abbiamo stabilito di trasferirci non sono mancati timori e perplessità. A Milano la nostra bambina si era ben inserita: frequentava la scuola, svolgeva diverse attività, tra le quali l’equitazione, e curava i suoi diversi talenti. Quando arrivammo in Calabria temevo che la piccola non venisse accettata a scuola per la disabilità. Ero molto preoccupata ma ben presto dovetti ricredermi. Maria Assunta è stata ben accolta dal dirigente scolastico, dai docenti e dai compagni di classe. Nostra figlia ne fu talmente contenta che alla fine del primo anno scolastico volle fare una festa a casa per mostrare a tutti la sua riconoscenza”, ha confessato mamma Vittoria.
Maria Assunta ha sempre voluto manifestare all’altro il suo affetto, il suo amore, la sua gratitudine. Amava molto coloro che incontrava. Nel suo cuore era ben consapevole di poter fare qualcosa per il prossimo perché sapeva che: “Ognuno è chiamato ad amare al di là delle limitazioni fisiche”.
E’ questa fede l’ha sempre accompagnata. Lei è consapevole che la vita non può viverla come tanti altri, ma ama lo stesso. Vive con gioia. Si fa carica del dolore dell’altro ed è sempre pronta a donare una parola di conforto e forza a chi incontra. Nella preghiera incessante trova la forza e ama instancabilmente. Tutto della vita scruta e su ogni cosa riflette, medita e poi riporta su carta. Questa, ad esempio, è una riflessione sul matrimonio. Ne riportiamo una su tutte per far comprendere la profondità di questa donna.
“Il suo è un dono”, dice mamma Vittoria. “Un dono che coltiva quotidianamente continuando a scrivere riflessioni e a disegnare. Non so per chi scrive e disegna ma constato che al momento opportuno ciò che realizza porta i suoi frutti ed entra nel cuore di qualcuno che incontra”, ha affermato Vittoria.
La sua disabilità non l’ha lasciata inchiodata a quella carrozzina, non le ha impedito di amare l’altro e di gioire per il dono della vita. La sua grande sofferenza non è stata motivo di disperazione. Maria Assunta pensa sempre a ciò che può dare all’altro e ama, ama, ama. Quando non può relazionarsi con qualcuno, perché alcune giornate la costringono dentro le mura di casa, lei ama lo stesso attraverso le sue riflessioni e i suoi disegni.
“Mio marito e io l’ammiriamo dall’uscio della sua stanzetta. Trascorre ore e ore a scrivere, disegnare. Noi siamo gente semplice, non sempre comprendiamo ciò che lei scrive. Il suo cuore è assai diverso dal nostro. La sua sensibilità è grande” dicono mamma e papà.
Maria Assunta, oggi donna, continua instancabilmente a elevare il suo grazie a Dio e a rendere testimonianza della sua gioia a tutti coloro che incontra. Niente potrà fermarla. Lei ama la vita e continua a sorriderle ogni giorno.
La sua storia diventa un duro monito per tutti coloro che, pur potendo sorridere alla vita, vivono nello sconforto, nella disperazione, nello scoraggiamento.
Rosaria Giovannone